Otranto, la Porta d’Oriente: storia, territorio, spiagge

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Otranto, vista sul mare (Pixabay)

Otranto, sulla costa adriatica, è definita la Porta d’Oriente del Salento e d’Italia: la sua lunga storia, il suo territorio e le sue spiagge.

Affacciata sul Mar Adriatico, Otranto – la località più a est del Salento e dell’intera Penisola – è stata nella storia un punto di approdo, tant’è che le contaminazioni sono ancora molto evidenti. Poco meno di seimila abitanti, il centro urbano si sviluppa attorno all’imponente castello e alla cattedrale normanna. Tracce del passaggio prima dei messapi, quindi dei romani, poi ancora dei bizantini e infine degli aragonesi sono presenti nel territorio. Diverse sono le ipotesi rispetto all’origine del nome: quasi sicuramente la vecchia denominazione di Hydruntum deriva dal torrente Hydrus, sulla cui vallata sorgeva il centro urbano. Anche le difficoltà nella ricostruzione dell’origine del nome sono legate al passaggio delle tante popolazioni che hanno fatto di Otranto terra di conquista. Tracce di urbanizzazione nell’area si riscontrerebbero già dal Paleolitico, certamente dal Neolitico. Un’altra certezza è che la città è di origine messapica, come testimoniano anche le recenti scoperte di reperti dell’epoca. Passò poi a far parte della Magna Grecia e quindi divenne possedimento romano, che ne fecero una delle città marinare più importanti della Puglia. Nel corso del Medioevo, Otranto divenne porta verso Oriente, con tutte le conseguenze, sia positive che negative: fu centro bizantino e gotico, poi normanno, svevo, angioino e aragonese.

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Cosa vedere a Otranto

Una visita al centro storico di Otranto deve fare tappa obbligatoria alla cattedrale di Santa Maria Annunziata. Edificata sotto la dominazione normanna e ultimata nel XII secolo, qui si consumò il martirio del 1480, quando i Turchi espugnarono la città e trasformarono la chiesa in una moschea. Dopo la liberazione dai Turchi, la cattedrale fu ampiamente rimaneggiata, anche se tracce del passaggio degli arabi sono ben visibili, ad esempio, nel rosone che sormonta la facciata. Presenti anche elementi della cultura barocca, che a Lecce come in provincia ha lasciato la sua impronta. All’interno della cattedrale è sicuramente di grande impatto visivo il mosaico realizzato nella seconda metà del XII sec. da Pantaleone, un monaco basiliano del monastero di San Nicola di Casole. Nel centro storico si trovano anche altre chiese, come quella dedicata a San Pietro, di origine bizantina, e quella intitolata alla Madonna dell’Altomare, arroccata su uno sperone tufaceo che dà direttamente in mare. Fuori dal centro abitato, costituiscono una traccia importante della lunga storia idruntina le chiese rupestri e le cripte sparse nelle campagne circostanti. Come nel caso di Gallipoli, l’influenza degli Aragonesi prima e degli Spagnoli poi è visibile nell’architettura civile, con la presenza di palazzi signorili. Otranto deve molto agli Aragonesi: fu infatti Alfonso d’Aragona nel 1481 a liberarla dai Turchi. Egli stesso costruì poi la Torre Alfonsina, posta all’ingresso più antico alla vecchia città. La cinta muraria ha invece subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti.

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Gli 800 martiri di Otranto

I resti degli 800 martiri nella Cattedrale (Laurent Massoptier, CC-BY-2.0)

L’invasione dei Turchi guidati da Maometto II, che fecero strage della popolazione durante la Battaglia di Otranto, uccidendo 800 persone, costituisce senza dubbio il momento più buio della storia della cittadina adriatica. I tragici eventi – come detto – avvennero nel 1480 e la Chiesa riconobbe il martirio della popolazione, tant’è che all’interno della Cattedrale sono conservate le reliquie dei Santi martiri di Otranto. Contesa successivamente tra Veneziani e Angioini, col passare dei secoli Otranto perse la propria importanza strategica. In anni recenti, anche a causa degli sbarchi avvenuti negli anni Novanta, Otranto è tornata a essere Porta d’Oriente.

Il Castello Aragonese di Otranto

Il castello di Otranto (Carlo Pelagalli, CC-BY-SA-3.0)

Ad Alfonso d’Aragona si deve anche la costruzione del Castello, che con la cinta muraria forma un unico apparato difensivo. La costruzione venne ideata da Ciro Ciri con la consulenza di Francesco di Giorgio Martini, ed eretta qualche anno dopo la liberazione dai Turchi. A causa dei successivi rifacimenti, la struttura del castello risulta irregolare. Circa un secolo dopo la sua costruzione, sul lato della costruzione che dà sul mare venne aggiunto un bastione, che serviva a maggiore protezione. Sulla facciata del castello è visibile lo stemma di Carlo V.

Siti archeologici e torri costiere vicino Otranto

Torre Sant’Emiliano (Lupiae, CC-BY-SA-3.0)

La lunga storia di Otranto è testimoniata anche da alcuni siti archeologici presenti nella zona. Il più importante è l’ipogeo di Torre Pinta, scoperto nel 1976 e che in molti storici fanno risalire al Neolitico. Sito archeologico di fondamentale importanza è anche la Grotta dei Cervi, scoperta sempre negli anni Settanta. Durante la dominazione di Carlo V, nel XVI sec., vennero invece erette torri difensive per difendersi dagli attacchi dei Saraceni. Traccia di queste torri è visibile in molte altre zone del Salento. Nel territorio di Otranto, cinque di queste sono ancora conservate.

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Otranto e le sue spiagge imperdibili

Da Gagliano del Capo a Otranto, lungo la costa salentina, corre la passeggiata panoramica più bella d’Italia. Nel visitare il centro che si affaccia sul Mar Adriatico, sicuramente questa è una delle tappe fondamentali. Ma Otranto è anche e soprattutto spiagge e acque cristalline. Nel suo territorio comunale, sicuramente da vedere sono la Baia dei Turchi, nella zona dei Laghi Alimini e Porto Badisco. In particolare, la Baia dei Turchi è una lunga spiaggia di sabbia bianca, alle spalle della quale sorge subito la roccia calcarea interamente ricoperta di vegetazione mediterranea. Un luogo selvaggio, con mare trasparente e turchese e fondale basso. La baia prende il nome dal tristemente noto episodio dell’invasione dei Turchi che sbarcarono qui durante l’assedio di Otranto nel XV secolo. La spiaggia si trova all’interno dell’oasi dei laghi Alimini, due laghetti separati dal mare da un lembo di terra, dove è molto sviluppata l’avifauna. La vegetazione nell’oasi è rigogliosa e nei pressi dei bacini si trovano piante rare come l’orchidea di palude e la castagna d’acqua. Porto Badisco è invece una caletta che si affaccia sulle acque del Mar Adriatico meridionale, andando da Otranto verso Santa Cesarea Terme. Qui le rocce e la macchia mediterranea cingono uno specchio d’acqua limpido e azzurro. Tradizione vuole che Virgiliio abbia dedicato a Porto Badisco alcuni versi dell’Eneide: “Dove due rocce spumeggiano d’acqua salata, mentre il porto rimane nascosto“. Altre spiagge molto belle sono Torre Sant’Andrea, che Otranto si divide col comune di Melendugno, e Conca Specchiulla, con la sua costa alta e rocciosa.

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Il laghetto di bauxite

Il laghetto di bauxite (Sailko, CC-BY-SA-3.0)

Infine, una menzione a parte merita la Baia dell’Orte con vista sul Canale d’Otranto, nota anche come Punta Palascia. Si tratta del punto più a est d’Italia e questo ne fa una meta molto ambita tutto l’anno, in particolare a Capodanno: sono infatti migliaia le persone che tradizionalmente attendono qui la prima d’alba d’Italia. All’interno della Baia dell’Orte, inoltre, troviamo il suggestivo laghetto di bauxite. Il minerale è stato estratto per qualche decennio da una cava, che poi nel 1976 venne abbandonata. Durante gli scavi, si scoprì la presenza di una falda freatica, che ha poi determinato la formazione di un piccolo laghetto.

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A cura di Gabriele Mastroleo

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