Salvini futuro premier: le dichiarazioni, il programma, le possibili alleanze

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(PIERO CRUCIATTI/AFP/Getty Images)

Matteo Salvini futuro premier: mancano i numeri, ma il leader della Lega ci crede. Le sue dichiarazioni, il programma su cui puntare e le possibili alleanze.

La situazione politica in Italia è tutt’altro che chiara: le elezioni politiche 2018 hanno provocato un vero e proprio terremoto. A farne le spese, soprattutto la coalizione di centrosinistra, il Partito democratico in testa. Ieri il segretario in carica del partito, Matteo Renzi, ha annunciato le dimissioni, spiegando che però lascerà la carica solo una volta concluse le consultazioni. All’interno dello stesso Pd, in molti hanno criticato questa posizione, chiedendo a Renzi di farsi da parte subito. Del resto, l’uscita di scena dell’ex sindaco di Firenze, aprirebbe forse la strada a un’alleanza inedita M5S-Pd, che consentirebbe di governare. I nodi sono due: molti eletti del Pd sono dei fedelissimi di Renzi, inoltre il Movimento 5 Stelle punta molto sul reddito di cittadinanza. La situazione è tutt’altro che semplice: il dato dell’ingovernabilità in Italia ieri era praticamente il titolo di tutti i principali siti e giornali esteri, che al voto nel nostro Paese dedicano oggi ampio spazio. Infatti, è fuor di dubbio che l’esito delle elezioni politiche avesse catalizzato, già alla vigilia del voto, l’attenzione da parte di tutto il mondo. Anche nel centrodestra, intanto, c’è la chiara volontà di formare un governo con una maggioranza e anzi i bookmaker ritengono che il prossimo premier sarà Matteo Salvini, che avrebbe molte più chance di Luigi Di Maio. Quest’ultimo ieri ha spiegato che per il Movimento 5 Stelle ogni strada resta aperta.

Salvini futuro premier: le dichiarazioni e il programma

Anche Salvini ieri mattina ha rivendicato in maniera chiara il suo punto di vista, spiegando che cercherà di fare il presidente del Consiglio di una coalizione di centrodestra. Oggi il leader della Lega ha ribadito da Milano: “Ho fatto una campagna elettorale in lungo e in largo per Salvini premier ci hanno dato 12 milioni di voti come coalizione, 5 milioni alla Lega e poi mi dicono cosa fai, ti scansi? No”. Quindi ha fatto delle aperture: “C’è un Parlamento, c’è un candidato premier, il sottoscritto, e c’è un programma che porterà l’Italia fuori dalle sabbie mobili”. Per tale ragione, “chi vuole sostenere questo programma lo accettiamo. Ma non faremo accordi partitici”.  Chi condivide “il nostro programma, fondato sul lavoro, non sull’assistenza, può darci una mano: via la legge Fornero, gli studi di settore, il controllo dei confini, la legittima difesa e la riforma della scuola. Però escludo qualsiasi accordo partitico o politico alla vecchia maniera”. Il centrodestra, ha spiegato Salvini, si presenterà compatto dal presidente Sergio Mattarella e sul ruolo del Capo dello Stato la posizione è chiara: “Non entro nelle prerogative del capo dello Stato, che è uomo in grado di rispettare la volontà elettorale e chi ha capacità di governare e chi no”.

Salvini futuro premier: le possibile alleanze

Ma la strada per Salvini verso Palazzo Chigi è tutt’altro che in discesa. Partiamo dai numeri: il centrodestra ha 260 seggi alla Camera e 135 al Senato. A Montecitorio, la maggioranza di deputati è fissata a 316, mentre a Palazzo Madama per contare sulla maggioranza servono 161 senatori. Questo vuol dire che per ottenere una maggioranza che risulterebbe comunque fragile Matteo Salvini ha bisogno di ulteriori 56 deputati e 26 senatori. Non sono pochi. Sicuramente non potrà contare sui 14 deputati e 4 senatori di Liberi e Uguali, la più a sinistra tra le forze entrate in Parlamento. Dove prenderà dunque questi seggi mancanti? Si punta sui “responsabili” dei quali fin da subito ha parlato l’ex ministro Renato Brunetta e tra questi ci potrebbero essere i candidati del M5S espulsi dal Movimento per il caso ‘Rimborsopoli’ o perché accusati di aver aderito alla massoneria. Già in campagna elettorale, Silvio Berlusconi si era detto disposto ad accoglierli, ma parliamo al massimo di una decina di “esuli”. Nessuna stampella può invece arrivare dalla Lista +Europa, guidata da Emma Bonino. Infatti, solo la leader radicale è riuscita a essere eletta al maggioritario al Senato, mentre la sua lista è risultata essere sotto il 3%. Inoltre, sui migranti in particolare le posizioni sono totalmente incompatibili. Difficile anche pensare ai senatori a vita: l’ultima nominata da Mattarella, la scrittrice Liliana Segre, ha posizioni davvero distanti da quelle di Salvini, e anche gli altri non sembrano così affini alle idee del leader della Lega. Dunque, da dove potrebbero arrivare questi “responsabili”? Da via Bellerio, quartier generale del Carroccio, assicurano che “non mancheranno i parlamentari che non vorranno tornare al voto”, inoltre “da premier incaricato puoi parlare con tutti senza compromettere la tua immagine, e avere un quadro davvero chiaro delle opzioni a disposizione”. Potrebbero dare una mano alla formazione del governo di centrodestra altri eletti nel Movimento 5 Stelle in libera uscita, nonostante il tentativo di Di Maio di blindare i suoi parlamentari. Ci sono dei precedenti nella scorsa legislatura: furono infatti una quarantina gli eletti nelle file del movimento che cambiarono casacca e una larga fetta di questi scelse di restare nel gruppo misto. Altri però presero altre strade e c’è chi – come Walter Rizzetto – addirittura si iscrisse al gruppo di Fratelli d’Italia. Inoltre, Matteo Salvini potrebbe contare su qualche eletto nei collegi esteri, come gli esponenti di Maie e Usei, formazioni politiche formate da italiani residenti in Sudamerica. Infine, altri “responsabili” potrebbero arrivare proprio dalle file degli eletti del Partito democratico, soprattutto tra coloro che hanno posizioni più centriste e vengono da storie politiche che in passato li hanno portati anche a essere già in coalizione con il Carroccio.

A cura di Gabriele Mastroleo

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