Omicidio Sacchi: l’addio a Luca e i dubbi ancora irrisolti

Omicidio SacchiOggi la famiglia Sacchi celebrerà il funerale di Luca, intanto gli inquirenti cercano di risolvere i dubbi ancora irrisolti sulla notte in cui è morto.

Dopo una settimana di angoscia, lo scorso 31 ottobre la Procura di Roma ha dato il via libera alla famiglia Sacchi per organizzare il funerale e la tumulazione del figlio Luca. La cerimonia funebre si terrà oggi e verrà effettuata in forma privata. I familiari, infatti, hanno chiesto attraverso i propri legali che venga concessa loro la dovuta privacy per elaborare il lutto. Per oggi, dunque, verrà posta in secondo piano la vicenda che ha portato alla morte dell’istruttore di palestra di 24 anni. I familiari vogliono dedicarsi al suo ricordo, celebrarne la vita passata insieme e porgergli l’estremo saluto.

Nel frattempo le indagini sull’omicidio continuano senza sosta. Gli investigatori hanno esaminato i tabulati telefonici di cinque persone coinvolte a vario titolo nella serata tra il 23 ed il 24 ottobre in cui Luca è stato ucciso. In questi giorni verranno ascoltati e riascoltati i testimoni dell’accaduto ed i due ragazzi accusati dell’omicidio. Nel frattempo si continua a cercare l’arma del delitto, di cui per il momento non si ha traccia. Allo stato attuale delle cose sono stati accusati Valerio Del Grosso (ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio) e Paolo Pirino, con lui al momento dello sparo.

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Omicidio Sacchi: i dubbi irrisolti

Ciò che sappiamo dell’omicidio di Luca Sacchi è emerso dalle testimonianze delle persone presenti quella sera. In un primo momento si è pensato che il giovane e la fidanzata fossero vittime di una semplice rapina andata male. Presto però la vicenda si è complicata. Si è scoperto che i due giovani erano al centro di una trattativa per una compravendita di droga (erba?) e che i due sospetti hanno cercato di sottrarre loro il denaro senza dare in cambio lo stupefacente.

Secondo quanto raccontato dal padre della vittima, Luca era andato al pub per salutare il fratello, il quale lo ha visto riverso in una pozza di sangue poco dopo lo sparo. Non è chiara nemmeno la dinamica dell’omicidio. Anastasia, la fidanzata della vittima, ha dichiarato di essere stata colpita da una mazza alla nuca e che Luca ha reagito per difenderla. Gli aggressori, dunque, avrebbero sparato dopo la sua reazione.

Alcuni testimoni, però, sostengono che la 25enne ucraina era lontana dalla scena, addirittura nel bagno del pub quando Luca è stato ucciso. A conferma di questa versione dei fatti c’è l’assenza di ecchimosi sul suo corpo ed il fatto che l’unica ripresa disponibile la colloca lontana dal luogo dell’omicidio. Cosa è successo dunque? Perché la ragazza ha mentito su un dettaglio così importante? Queste domande sono tutt’ora senza risposta, ma Anastasia al momento è ritenuta ancora una vittima di aggressione e rapina.

Gli inquirenti tuttavia ritengono che l’omicidio possa essere stata un’esecuzione. Dall’autopsia, infatti, è risultato che Luca aveva delle ecchimosi su braccia e gambe come se fosse stato ripetutamente colpito con una mazza da baseball e si fosse difeso. Se così fosse il colpo di pistola non è partito per reazione, bensì è stato volontario e mentre la vittima era a terra indifesa. Ma allora perché Luca è stato ucciso?

Per capire questo gli inquirenti stanno esaminando i tabulati telefonici di tre persone, ritenute i contatti per la trattativa di compravendita della droga. Il primo è Giovanni Princi, amico della vittima dalle superiori e contatto del gruppo di Anastasia con gli spacciatori. L’altro è Valerio Rispoli, il quale sarebbe il contato di Princi con il gruppo di Del Grosso. L’ultimo testimone è Simone Piromalli, anch’esso collegato in qualche modo alla compravendita.

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