Ayrton Senna | l’avvertimento agghiacciante prima di morire

Poco prima di perdere la vita a causa del fatale incidente nel Gran Premio di San Marino nel 1994, Ayrton Senna fu protagonista di un tetro presagio.

Ayrton Senna
Prima di morire Ayrton Senna aveva realizzato uno spot sulla sicurezza stradale FOTO viagginews

La morte di Ayrton Senna, avvenuta il 1° maggio 1994, sconvolse non solo la Formula 1 e lo sport ma anche il mondo intero. Considerato uno dei più grandi piloti che abbia mai vissuto, il brasiliano morì davanti agli occhi di milioni di telespettatori, che guardarono con orrore in televisione ciò che accadde mentre la sua auto si schiantava contro una barriera di cemento durante il Gran Premio di San Marino.

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Senna mosse la testa solo una volta dopo l’incidente, prima che la ruota anteriore destra della sua Williams penetrasse nell’abitacolo, sfondandolo. Dopo di ché il 34enne leggendario campione delle corse non compì più alcun movimento. Portato d’urgenza in ospedale, lì i medici gli riscontrarono delle ferite irreversibili alla testa. In quel fine settimana di gara avvenne un’altra circostanza funesta, con la scomparsa appena il giorno prima del pilota austriaco Roland Ratzenberger, che si schiantò contro una barriera in cemento.

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Ayrton Senna, il giorno prima della sua morte scomparve un altro pilota

Senna, che, contro le regole, era montato su di un’auto in dotazione agli addetti alla pista per raggiungere quanto prima Ratzenberger, fu uno dei primi ad arrivare sul luogo del disastro ed apparve disperato. Anche l’austriaco riscontrò delle ferite gravissime e fatali alla testa. Il campione brasiliano seppe del decesso dell’austriaco mentre era nel suo camper e pare ebbe un crollo emotivo dopo avere appreso della tragedia. Anche un allora giovane Rubens Barrichello, pupillo di Ayrton Senna, rimase coinvolto in un incidente. E pure in quella circostanza Senna fu tra i primi ad accorrere. Barrichello aveva ingoiato la lingua dopo un impatto con la sua monoposto. La prima faccia che vide quando riprese i sensi fu quella del suo connazionale e mentore. Campione nello sport come nella vita, Senna fu profondamente colpito da ciò che accadde e scoppiò in lacrime quando telefonò alla sua fidanzata Adriane Galisteu più tardi, nel corso della giornata.

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Un altro incidente portò al ferimento di alcuni spettatori

Il giorno della gara – e l’ultimo nella vita di Senna – era iniziato male. Due piloti, Pedro Lamy e Jyrki Juhani Lehto, furono coinvolti in un altro incidente la mattina del Grand Prix. Il fracasso aveva scagliato dei detriti attraverso la pista e sugli spalti, tra la folla, ferendo gli spettatori. Nel tentativo di rallentare i piloti di F1 in gara, gli organizzatori mandarono in pista la safety car. Una cosa che Senna trovò frustrante, al punto da indurlo a segnalare ai conducenti della stessa safety car di accelerare. Dopo cinque giri di sicurezza, quest’ultima lasciò la pista e Senna fece segnare immediatamente il giro più veloce. Ma al settimo giro lui stesso sbandò, perse il controllo della sua Williams ed uscì dal tracciato alla velocità di circa 210 chilometri all’ora. Il sudamericano si schiantò contro una barriera.

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In Brasile ci furono tre giorni di lutto nazionale

A parte le gravissime lesioni alla testa, non ci furono altri tagli o ferite sul corpo del pilota. Nella vettura di Senna c’era anche una bandiera austriaca piegata, da mostrare presumibilmente sul podio. Ayrton aveva in mente di onorare così Ratzenberger dopo la gara. Il dolore per la morte di Senna è stato avvertito in tutto il mondo, ma in nessun più forte che nel suo Paese di origine, il Brasile. La sua morte fu ritenuta una tragedia nazionale e ci furono tre giorni di lutto pubblico lì. Nel Gran Premio di Formula 1 successivo alle morti di Senna e Ratzenberger a Monaco, le prime due posizioni della griglia furono mantenute vuote e sostituite con una bandiera brasiliana ed una austriaca dipinte sulla pista. Ed ora si viene a sapere che proprio Senna aveva girato uno spot sulla sicurezza stradale proprio pochi giorni prima di morire in un incidente.

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Senna voleva rendere più sicura la Formula 1

Lui stesso era intenzionato a migliorare gli standard  di sicurezza in Formula 1. Ed in qualità di pilota più esperto, si era offerto di assumere il ruolo di leader del sindacato piloti. Il suo caro amico e collega, Gherard Berger, ha parlato delle paure sulla sicurezza di Senna prima dell’incidente che lo ha ucciso. L’austriaco, ex compagno di Jean Alesi in Ferrari, ha dichiarato: “Il Gran Premio di San Marino del 1994 fu qualcosa di assolutamente weekend folle. Ci furono altri terribili incidenti in gara. Sono stati come l’equivalente di 10 anni di pericolo di Formula 1 concentrati tutti in un solo fine settimana davvero strano. Io stesso ho avuto un incidente nello stesso punto del tracciato in cui morì Ayrton, cinque anni prima, nel 1989. Fui ricoverato in ospedale e Senna mi chiamò chiedendomi come stavo”.

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Il racconto di Berger: “Era un grande amico”

Berger aveva sofferto di ustioni e contusioni e aveva avvertito il suo amico che dovevano fare qualcosa per il muro che sorgeva ai margini della pista, perché temeva che potesse esserci una fatalità. Ed Ayrton Senna aveva persino esaminato l’angolo dopo l’incidente di Berger – lo stesso punto in cui lui stesso perse poi la vita – per vedere se si potesse fare qualcosa per migliorarne la sicurezza. Ancora Berger ha dichiarato: “Dopo la morte di Roland Ratzenberger in qualifica, siamo usciti dal briefing dei piloti domenica mattina prima della gara e Ayrton mi ha detto che la settimana successiva avremmo dovuto fare di più per rendere la Formula 1 più sicura”. L’ex ferrarista ricorda anche l’ultima volta in cui vide in vita l’amico. “Era in quella maledetta gara, lo vidi ridacchiare sotto il suo casco. “Era sempre stato felice quando mi stava succedendo qualcosa di buono. Fu quello il mio ultimo contatto visivo con lui”.

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“Ricordo tutto di quel giorno, pensai che non fosse niente di grave”

Poi il GP di San Marino iniziò. “Dietro ad Ayrton c’era Michael Schumacher, poi seguivo io. Vidi Senna uscire di pista. Pensai che aveva avuto un angolo favorevole per colpire quel maledetto muro ed uscirne fuori senza conseguenze. La gara venne fermata, vidi Bernie Ecclestone (il deus ex machina della Formula 1, n.d.r.) dire che Senna si trovava al di fuori della sua auto. Continuai a guidare, salvo poi ritirarmi per dei problemi al 16° giro”. Fu allora che Berger apprese la verità, e cioè che Senna stava lottando per restare in vita in ospedale a Bologna. Il ferrarista lo raggiunse in elicottero, riuscendo anche ad entrare in sala operatoria per vedere il suo amico per un’ultima volta. Il brasiliano venne dichiarato morto pochi minuti dopo. “Quel giorno persi un collega e soprattutto un amico. È stato molto difficile, ma sai che queste cose possono accadere nel nostro sport e devi affrontarlo. Sono andato a casa e ho pensato di smettere quello stesso giorno. Poi però subito decisi che dovevo andare avanti.

“Con Ayrton ancora vivo nessun altro avrebbe vinto per almeno altri 5 anni”

Continua Berger. “Ho pensato che se lui fosse rimasto ancora in vita avrebbe continuato a vincere per almeno altri 5 anni. Era il migliore”. Dopo la morte di Senna, la sicurezza della Formula 1 è stata completamente rivista. Le barriere di sicurezza sono state migliorate, i binari e le barriere degli pneumatici sono stati ridisegnati, le dimensioni del motore sono state limitate a tre litri e l’angolo in cui Senna aveva perso la vita è stato radicalmente modificato per migliorare la sua sicurezza. L’ultima tragedia in ordine di tempo che la Formula 1 ricordi è quella capitata al povero Jules Bianchi. Ex della Academy Ferrari, il 25enne francese morì il 17 luglio 2015, mesi dopo un incidente avvenuto nel corso del Gran Premio del Giappone del 5 ottobre 2014. Guidava per la Marussia.

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