Coronavirus e hotel: attenzione alle pulizie, l’avvertimento degli esperti

Coronavirus e hotel: attenzione alle pulizie, rischio di contagio elevato, secondo gli esperti.

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Con le graduali riaperture delle attività dopo il lockdown, anche gli alberghi sono tornati in funzione in Italia, sebbene molti siano rimasti chiusi. La data di riapertura risale ormai a più di un mese fa, quando il 18 maggio, nelle prime settimane della fase 2, il governo ha autorizzato la riapertura delle strutture ricettive con l’obbligo di seguire un rigido protocollo di pulizia e osservanza delle misure di sicurezza sanitaria.

Alberghi, agriturismi e b&b che hanno riaperto i battenti hanno applicato le misure richieste dal governo, non senza difficoltà e con la necessità di investire del denaro per adeguare gli spazi alle nuove esigenze sanitarie. Tanto che per molti gestori è stato più conveniente non aprire affatto, lasciando passare quest’anno di grande incertezza, sanitaria ed economica, e scarsi guadagni, per molti insufficienti o difficilmente recuperabili.

Mentre gli hotel cercano comunque di recuperare i clienti persi negli scorsi mesi, durante la fase acuta dell’epidemia e le chiusure del lockdown, applicando sconti e promozioni e soprattutto flessibilità nelle prenotazioni, dagli esperti di salute arriva un avvertimento proprio sulla pulizia degli hotel.

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Coronavirus e hotel: attenzione alle pulizie

Per la riapertura dopo la fase più critica dell’epidemia del nuovo coronavirus in Italia, gli alberghi e le strutture ricettive hanno dovuto sottostare a regole rigide di pulizia e organizzazione degli spazi. Le regole sono state stabilite con i decreti del governo e in alcuni casi sono stati gli stessi hotel ad aver applicato un loro specifico protocollo con misure e controlli ancora più severi. Tutto pur di garantire la sicurezza dei clienti e scongiurare i rischi del risorgere di nuovi contagi. Sebbene il rischio zero, nonostante tutte le precauzioni, non esista.

Abbiamo visto che queste regole di prevenzione sanitaria per le strutture ricettive riguardano in primo luogo la scrupolosa pulizia degli ambienti, che dovrà essere molto più attenta, approfondita e frequente di quanto non si facesse prima, e anche la loro igienizzazione con disinfettanti appositi. Nei luoghi di passaggio, frequentati da tante persone diverse in uno stesso giorno la pulizia rigorosa degli spazi comuni e soprattutto delle superfici è fondamentale.

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Le altre regole per hotel, b&b e agriturismi riguardano l’organizzazione degli spazi comuni in modo da far rispettare il distanziamento fisico tra le persone estranee (che non appartengono alla stessa famiglia o non viaggiano insieme). I locali, poi, dovranno essere arieggiati di frequente, mentre gli impianti di aerazione dovranno avere alcune fondamentali caratteristiche di sicurezza e dovranno essere puliti di frequente, in particolare ai filtri.

Negli spazi al chiuso o affollati, il personale di servizio e i clienti sono tenuti ad indossare le mascherine, mentre dovranno essere sempre a disposizione dei dispensatori di disinfettante per le mani. Ai clienti andrà chiesto di disinfettarsi le mani  all’ingresso dei locali e sarà loro misurata la temperatura con il termoscanner al loro arrivo in hotel.

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Il parere degli esperti

Queste misure così scrupolose, tuttavia, potrebbero non bastare. Non solo perché il rischio di zero contagi non esiste ma perché se le superfici e gli oggetti più spesso utilizzati negli hotel non vengono adeguatamente pulite, esiste un pericolo molto serio di contrarre l’infezione da Covid-19. E questo proprio in un momento in cui più siamo rilassati, come durante una vacanza.

Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute, presentando ieri il rapporto Osservasalute, ha messo in guardia sui rischi di contagio a bordo degli aerei e in hotel.

Sui viaggi in aereo è stato netto: “L’aereo in questo momento va evitato, perché le mascherine chirurgiche non sono sufficienti in ambienti chiusi e quando le persone sono così vicine“. L’impossibilità di garantire un adeguato distanziamento fisico a bordo e l’insufficienza delle mascherine a proteggere dal contagio, quando si trascorre molto tempo in uno spazio ristretto al chiuso, sono evidentemente per Ricciardi rischi troppo grandi da correre.

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Riguardo agli alberghi, invece, i rischi maggiori riguardano gli spazi comuni ma soprattutto le camere: “Tutte le strutture ricettive – ha sottolineato Ricciardi – dovranno prestare grande attenzione alla disinfezione degli ambienti comuni, degli oggetti e delle superfici comuni. Il personale, anche durante le pulizie delle camere, dovrà stare molto attento, perché se una persona infetta tocca un cuscino, poi c’è il rischio che chi dorme in quel letto venga contagiato“.

Massimo scrupolo dovrà dunque essere osservato nella pulizia dei locali e soprattutto di quegli oggetti con cui i clienti entrano in maggior contatto. Il cuscino è a diretto contatto con il viso, la parte del corpo umano a rischio ad infezione. L’auspicio è che le misure di sicurezza adottate, non senza sacrifici, dalle strutture ricettive siano sufficienti se non ad eliminare almeno a contenere in modo significativo i rischi.

Nel frattempo, Ricciardi ha già messo in guardia sul ritorno massiccio dei contagi da Covid-19 in autunno, con i più giovani ad essere maggiormente colpiti. Una cosa è certa: non bisogna abbassare la guardia.

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