Pregliasco | “Possibile una convivenza di almeno 2 anni col virus”

Parla a La7 il virologo Fabrizio Pregliasco. L’esperto mette in guardia da quello che potrebbe succedere nel breve e medio periodo.

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Il professor Pregliasco parla di possibile lunga convivenza col virus Foto dal web

In diretta al programma ‘DiMartedì’ condotto su La7 da Giovanni Floris, parla il virologo Fabrizio Pregliasco. L’esperto esprime il proprio parere su quello che sarà lo scenario futuro in tema di Coronavirus.

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“L’agente patogeno che lo scatena sembra meno pesante nei suoi effetti. Questi virus tendono a cambiare ed a mostrare poi meno complicanze. Certo è che questo qui in particolare ci ha sorpresi, mostrando caratteristiche che non osservavamo da anni. Anche le sue modalità di diffusione sono del tutto inaspettate. Sono dell’idea che il Covid-19 ci terrà compagnia almeno per uno o due anni e questo deve farci preparare anche allo scenario peggiore. Ovvero quello delle pandemie del passato, con una ulteriore nuova ondata”. Che però, secondo il professor Pregliasco, potrà essere arginata se ci attrezzeremo a questa eventualità. Dovremo farci trovare pronti”.

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Pregliasco: “Occorre agire senza fretta”

La buona notizia, per così dire, è che tutto quanto successo in questi mesi ci ha permesso di maturare una certa esperienza in fatto di prevenzione. Ma convivere con il virus non è certo facile e ci sono ancora tante cose da capire e da valutare. Sempre Pregliasco aveva consigliato cautela nel riaprire diverse attività a partire da lunedì 18 maggio. Occorre procedere valutando tutti i possibili fattori di rischio che le possibilità di contatti ravvicinati comportano. E serve mettere in sicurezza tanto i lavoratori quanto i clienti nelle diverse situazioni di riferimento. E per il virologo poi, concorre molto anche quello che è il comportamento dei singoli.

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Abituarsi al rischio comporta un pericoloso effetto boomerang

“Dal punto di vista tecnico, parrucchieri, bar e ristoranti possono riaprire, ma il livello di attenzione deve restare altissimo. Purtroppo c’è il rischio che, l’abitudine a questa situazione di emergenza, possa portare la maggior parte di noi a rilassarsi. E quindi a commettere possibili, disastrosi errori”. L’esempio fatto da Pregliasco è esemplificativo. “È come quando impariamo a guidare. All’inizio prestiamo massima attenzione, poi col passare del tempo il nostro atteggiamento cambia, perché ci abituiamo al rischio. Ma questo non deve accadere con il virus”.

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L’esempio della Germania: “Riapertura frettolosa ed incide di contagio aumentato”

Infine ecco un esempio importante. “La Germania aveva un indice di contagio pari a 0,65. La scorsa settimana ha riaperto e l’indice è salito a 1.1″. Quindi sarebbe consigliabile per l’Italia agire senza fretta. E magari aspettare ancora il 1° giugno per alcune attività, come inizialmente suggerito dal governo. Perché la troppa fretta comporta il pericolo, per nulla astratto, di dovere di nuovo richiudere qualora la situazione dovesse peggiorare”.

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