Omicidio Luca Sacchi: il ruolo dell’amico con precedenti per droga

Omicidio SacchiOmicidio Sacchi: continuano ad emergere dubbi sul racconto di Anastasia. Intanto si delinea il ruolo di mediatore per un amico del 24enne ucciso.

Le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso nei pressi del locale John Cabot di Roma, sono ben lungi dall’essere concluse. In un primo momento si era pensato che il ragazzo fosse stato vittima di una rapina. La sua fidanzata, la ventenne ucraina Anastasyia, aveva dichiarato alle forze dell’ordine che due rapinatori li avevano aggrediti alle spalle e che Luca aveva cercato di difenderla. Solo in quel momento sarebbe stato esploso il colpo che ha poi ucciso il ragazzo.

Sia le testimonianze raccolte dagli investigatori che gli esiti degli esami medici sulla ragazza, contrastano con la versione dei fatti che ha raccontato. Inoltre è emerso che i due giovani erano coinvolti in una compravendita di droga. Luca e Anastasia si sarebbero dovuti incontrare con gli spacciatori di San Basilio per prendere un cospicuo quantitativo di erba per alcuni amici in comune.

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Omicidio Sacchi, chi ha contattato gli spacciatori

Gli inquirenti hanno già arrestato i due uomini ripresi dalle telecamere di sorveglianza, tra cui il ragazzo accusato per l’omicidio di Luca Sacchi. Resta da capire, però, chi ha contattato gli spacciatori e che ruolo ha avuto nella vicenda. Nelle ultime ore pare che gli inquirenti stiano vagliando la posizione di Giovanni Princi, 24enne amico di Luca con precedenti per droga. A quanto pare sarebbe stato proprio questo che ha fatto da mediatore tra i due gruppi e che ha preso lo zaino di Anastasyia (ritrovato solo in un secondo momento) come prova della compravendita.

Gli investigatori, dunque, stanno esaminando i tabulati telefonici del ragazzo per ottenere prove dei presunti contatti con i pusher. Inoltre sperano di trovare delle prove dei contatti con Luca e Anastasyia quella sera. Alcuni testimoni, infatti, sostengono che Princi quella sera ebbe diversi contatti con Pirino e Del Grosso.

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