Bimbo ucciso a Napoli, Tony in carcere piange e chiede perdono: “Qui mi uccideranno”

Emergono alcuni dettagli in merito all’assassino del piccolo Giuseppe, il bimbo ucciso a Cardito dal compagno di sua madre Tony Essoubti Badre. Il 24enne di origini tunisine è detenuto nel carcere di Poggioreale dove, per timore di ritorsioni da parte di altri detenuti, viene tenuto in isolamento.

cardito
(Facebook)

L’uomo ha ricevuto la visita in carcere del consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli che ha riferito: “Quando mi ha visto piangeva e chiedeva perdono. Non sono riuscito a provare alcuna pietà per lui”. Il consigliere ha poi aggiunto: “Mi sono confrontato con i vertici della struttura penitenziaria che nonostante le brutture con cui devono avere a che fare ogni giorno conservano una grande umanità. La direttrice sta anche facendo ridipingere i padiglioni con colori meno cupi grazie all’aiuto di alcuni detenuti che si sono offerti volontari per fare questo lavoro. Personalmente credo che chi uccide è un mostro in particolare se si tratta di bambini e merita una condanna durissima senza alcuna attenuante”.

I funerali del piccolo Giuseppe tra rabbia e dolore

Nella gremita chiesa di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine c’erano, oltre alla madre e al padre naturale del bambino (seduti in fila diverse nella chiesa, e senza degnarsi di uno sguardo), anche i sindaci di Pompei e di Cardito e altre figure istituzionali. All’arrivo della bara bianca la folla si è sciolta in un commosso applauso, ma non sono mancati momenti di tensione. Alcuni parenti del papà di Giuseppe hanno iniziato a inveire contro la donna, ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine e invitati ad allontanarsi. Nell’omelia l’arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo ha parlato di una”folle abitudine al male” che “ci fa diventare indifferenti e ci impedisce di cogliere i momenti e le situazioni di crisi”. “Anche le istituzioni – ha aggiunto – fanno sempre più fatica ad approntare interventi adeguati e soprattutto a mettere in atto misure di prevenzione”.

Le accuse alla mamma del piccolo Giuseppe

In questi giorni, molte accuse sono state rivolte alla mamma dei due piccoli, che non avrebbe fatto nulla per evitare che si compisse il massacro. La donna, davanti ai pm che l’hanno interrogata, ha dato la sua versione dei fatti, spiegando che era sotto choc, incapace di muoversi e reagire, di fronte alla furia del suo compagno. La sua posizione è però al vaglio degli inquirenti, che stanno cercando di capire perché la donna abbia avuto quei comportamenti.

In particolare, ci si chiede come mai non abbia chiesto aiuto e cosa sia accaduto nel periodo intercorso tra il pestaggio e l’arrivo dei soccorsi.

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