Napoli, bimbo ucciso, il patrigno confessa: “Non ho usato la scopa, solo calci e pugni”

Il patrigno del bimbo ucciso a Cardito, Napoli, ha confessato di aver percosso violentemente i due bambini ma nega di aver utilizzato la scopa o altri arnesi.

Il violento omicidio di Cardito ha attirato l’attenzione dei media e degli italiani su questa triste vicenda di cronaca nera. Domenica sera Tony Essobdi Badre ha reagito con violenza alla vivacità dei figli della compagna ed li ha colpiti senza porsi un freno. Il risultato di questa aggressione è stata la morte del piccolo Giuseppe (7 anni) ed il ricovero in ospedale di Noemi (8 anni).

L’uomo è stato immediatamente identificato come artefice del delitto e nelle ore successive sono trapelate le accuse della bambina e quelle della compagna, la quale ha cercato invano di calmare il compagno e salvare i figli dalla sua collera. In queste ultime ore (come via abbiamo riportato e come riportano la maggior parte dei quotidiani nazionali), Essobdi ha ammesso le sue colpe, ritirando la precedente versione dell’incidente nelle scale di casa.

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Bimbo ucciso a Napoli, il patrigno nega di aver utilizzato la scopa

Nel corso del lungo interrogatorio, Essobdi ha confessato di aver perso le staffe perché Giuseppe e Noemi, giocando a rincorrersi per casa, avevano rotto il bracciolo del letto appena comprato. Dopo l’accaduto si è scagliato con veemenza contro i bambini per punirli, la cameretta nuova era costata tanti sacrifici a lui e la compagna e averla danneggiata a suo avviso meritava una punizione. I risultati di questa decisione sono quelli noti a tutti, ma l’uomo sostiene di non aver mai voluto oltrepassare il limite e spiega che non ha utilizzato la scopa contro i piccoli. In molti, tra siti e giornali (anche noi lo abbiamo fatto seguendo le informazioni pervenute a riguardo in rete) hanno infatti riportato l’utilizzo della scopa come strumento per la punizione, ma l’uomo ha sostenuto di averla rotta per la rabbia prima di scagliarsi contro i bambini.

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