L’arrivo della Nina influenzerà principalmente il clima delle regioni bagnate dall’Oceano Pacifico, ma gli effetti a lungo raggio di questo fenomeno atmosferico anomalo si avvertiranno anche sull’Europa e di conseguenza sull’Italia: possibili ondate di maltempo intenso e alluvioni.
Probabilmente avrete sentito parlare maggiormente di El Nino, fenomeno atmosferico che si verifica durante la primavera e l’estate e che comporta un innalzamento anomalo delle temperature dell’Oceano Pacifico e delle zone circostanti, causando tra le altre cose ondate di forte pioggia e maltempo, seguite da giornate di caldo intenso e caratterizzate da livelli di umidità fuori scala.

La Nina è il fenomeno opposto, ovvero un improvviso e drastico abbassamento delle temperature dell’Oceano Pacifico che si ripercuote su clima delle zone circostanti, causando periodi di freddo intenso e maltempo che rendono autunni e inverni decisamente più rigidi del normale.
Potreste pensare a questo punto che si tratta di un fenomeno di scarso interesse per noi che abitiamo a migliaia di chilometri di distanza dall’Oceano Pacifico, ma non è esattamente così. Nel 2024, quando El Nino ha colpito le Americhe e l’Asia, anche in Europa ci sono state ondate di caldo più intense e temperature ben al di sopra delle medie stagionali.
Lo stesso accadrà con la Nina, sebbene in misura minore rispetto alle zone in cui il fenomeno ha il suo epicentro, anche il nostro autunno e il nostro inverno saranno condizionati da un clima decisamente più rigido rispetto al normale e dalla possibile insorgenza di fenomeni temporaleschi molto più intensi e duraturi.
Quando si avvertiranno gli effetti de La Nina in Italia e a cosa dobbiamo prepararci
Come già detto l’effetto di questo fenomeno anomalo sull’Europa sarà maggiormente diretto e di base c’è da aspettarsi temperature più rigide in autunno e in inverno rispetto agli standard. Tuttavia l’influenza della Nina non si limiterà a questo calo delle temperature, studi recenti rivelano che c’è una maggiore possibilità di formazione di ondate di forte maltempo, ma anche quella di cicloni mediterranei più intensi e duraturi.

Nello specifico ciò che può verificarsi sul nostro Paese è la formazione di improvvisi nubifragi in grado di generare “Alluvioni lampo”, un qualcosa a cui bisognerà prestare molta attenzione soprattutto in quelle zone ad alto rischio idrogeologico in cui possono crearsi valanghe di fango potenzialmente letali.
Per quanto riguarda il periodo di maggiore ingerenza de La Nina sul nostro territorio, i mesi indicati dalle mappe sinottiche sono quelli di ottobre e novembre. Al termine dunque di un settembre che sta prolungando l’estate 2025 c’è da aspettarsi un repentino cambio di scenario meteorologico, una sorta di inverno anticipato.





