Il Covid non dà tregua: scoperto un focolaio della variante Delta

Il Covid non dà tregua: scoperto un focolaio della variante Delta. Le ultime notizie.

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Covid non dà tregua: focolaio di variante Delta (immagine di repertorio di Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Non abbiamo fatto in tempo a togliere l’obbligo di mascherina all’aperto – dal 28 giugno – che già arrivano brutte notizie sul fronte dell’epidemia di Covid in Italia.

Nonostante i contagi i forte calo, nella giornata del 21 giugno sono stati meno di 500 in un giorno (495), un dato così basso non si registrava dall’estate 2020, è stato segnalato un focolaio di variante Delta tra Piacenza. Lodi e Cremona. Proprio quella zona tra Emilia Romagna e Lombardia colpita duramente nelle prima ondata di contagi nella primavera del 2020. Ecco tutto quello che bisogna sapere.

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Il Covid non dà tregua: scoperto un focolaio della variante Delta

La variante Delta del Coronavirus è il nuovo nome della variante indiana, indicata con la classificazione scientifica B.1.617.2. È chiamata variante Delta secondo la nuova denominazione stabilita dall’OMS che ha deciso di chiamare le nuove varianti del virus con le lettere dell’alfabeto greco, per evitare discriminazioni legate alla provenienza o al primo luogo dove sono state isolate. La variante inglese è stata chiamata Alfa.

Sapevamo già che la variante Delta è molto più contagiosa delle precedenti varianti del Coronavirus, anche di quella inglese, che si è affermata in Italia tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, già più contagiosa della versione del virus già circolante in Italia e responsabile della terza ondata di contagi e ricoveri, e purtroppo decessi. Ancora ad aprile avevamo 500/600 morti al giorno.

La variante Delta sta colpendo il Regno Unito, con una nuova impennata di contagi, tra le persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose, insufficiente a contrastarla. Al momento, il numero di decessi e ricoveri è ancora sotto controllo ma inevitabilmente il nuovo aumento dei casi desta preoccupazione e rischia di compromettere una campagna vaccinale in cui deve essere ancora completata la vaccinazione di molte persone. Per questi motivi, il governo di Boris Johnson ha deciso di rimandare di un mese le ultime riaperture che erano previste per il 21 giugno e che avrebbero portato alla completa riapertura di tutte le attività, con il venir meno delle restrizioni per alcuni luoghi pubblici, come il limite di capienza nei teatri.

A fronte di questa nuova emergenza, l’Italia ha reintrodotto la mini quarantena di 5 giorni per chi rientra dal Regno Unito, oltre all’obbligo di tampone negativo.

Ad aumentare le preoccupazioni, tuttavia, ci sono anche le partite degli Europei di Calcio, molte delle quali, tra cui le semifinali e la finale di giocheranno allo stadio di Wembley, fuori Londra. Sabato 26 giugno, l’Italia sfiderà il Galles agli ottavi di finale nello stadio londinese. Al rientro in Italia calciatori della nazionale saranno messi in quarantena? Come dovrebbero per norma di legge.

Il problema non è di poco conto, tanto che il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha chiesto che la partita finale fosse spostata in un Paese a minor rischio contagio, sottintendendo l’Italia e Roma, dove all’Olimpico è stata giocata la partita inaugurale tra Italia e Turchia. I britannici si sono subito risentiti, con il ministro della Salute Matt Hancock che ha ribadito che “la finale degli Europei si svolgerà a Wembley”. Dello stesso avviso anche la UEFA che ha risposto che la sede della finale non sarà spostata.

Veniamo ora al focolaio di variante Delta scoperto in Italia.

Variante Delta in Italia

Il focolaio non è vasto ma riguarda un numero sufficiente di persone da destare preoccupazione e nei prossimi giorni potrebbero essere scoperti altri casi, di persone contagiate dal contatto con quelle infette. I nuovi casi di Coronavirus che riguardano la variante Delta, sono stati scoperti tra Piacenza, Lodi e Cremona e riguardano 25 persone provenienti dal settore della logistica. Anche nelle fasi più acute dell’epidemia in Italia il settore della logistica aveva avuto molti contagiati.

Sono coinvolti 10 dipendenti di due aziende del polo logistico piacentino. Mentre gli altri 15 casi sono loro conoscenti, amici o parenti stretti.

I 24 casi di variante Delta del virus sono stati scoperti in sei giorni dalla Ausl di Piacenza che ha sequenziato il Dna dei campioni prelevati con tampone molecolare PCR. Solo con il tampone molecolare, infatti, è possibile sottoporre i campioni di saliva a sequenziamento e scoprire le nuove varianti del virus. Una procedura che purtroppo viene effettuata in modo insufficiente in Italia. Dunque molti casi di variante Delta potrebbero circolare già nel Paese senza essere stati intercettati, come avvertono molti virologi ed epidemiologi.

La notizia del focolaio di variante Delta tra Piacenza e Cremona è stata data dal quotidiano piacentino Libertà. Il giornale ha scritto che diversi positivi alla variante Delta abitano nella provincia di Cremona e si spostano con i mezzi pubblici. Dunque potrebbero già aver diffuso ampiamente il virus.

Fortunatamente non si registrano casi gravi ma una nuova diffusione importante suscita forti preoccupazioni. Al momento, l’unica arma che abbiamo contro le nuove varianti del virus è la vaccinazione, da estendere al numero più vasto di cittadini, senza rimandare troppo nel tempo le somministrazioni della seconda dose, perché solo con la vaccinazione completa la protezione è efficace anche contro le nuove varianti.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, nessuno di questi contagiati dalla variante Delta era stato vaccinato.

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Covid, in Italia (Vaccinazioni. Foto di Fabrizio Villa/Getty Images)
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