Carlo Acutis, il mistero del corpo intatto dopo 14 anni

Dopo l’apertura della tomba di Carlo Acutis restano alcuni interrogativi irrisolti. Il suo corpo è davvero incorrotto o c’è dell’altro dietro? Il vescovo di Assisi invita alla cautela. 

Carlo Acutis è morto da 14 anni, ma il suo corpo sembra perfettamente intatto e la sua è l’espressione di chi sta dormendo ed è pronto a risvegliarsi da un momento all’altro. Il giovane milanese deceduto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, dichiarato Venerabile da papa Francesco nel 2018, oggi avrebbe 29 anni. La sua tomba è stata aperta il 1° ottobre, per celebrare l’inizio degli eventi in vista della sua beatificazione, che avverrà ad Assisi nella Basilica di San Francesco il prossimo 10 ottobre, e la salma resterà visibile ai fedeli fino al 17 ottobre.

La madre di Carlo, Antonia Salzano, vede nel suo corpo incorrotto un segno e si augura che “attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio, che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede, speranza e amore verso di lui e verso i nostri fratelli, proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena”. La notizia ha ovviamente destato grande attenzione, anche sui social, ma le stesse autorità ecclesiastiche invitano alla cautela.

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La verità sul “miracolo” di Carlo Acutis

Il vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino, spiega infatti che il corpo del ragazzo è stato “trattato” ai fini della venerazione, come in casi simili di santi e beati. Non è del tutto vero, quindi, che sia stato trovato incorrotto. “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario – dichiara Mons. Sorrentino – esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”.

Detto questo, Mons. Sorrentino ha sottolineato l’importanza dell’esempio di Carlo Acutis: “Ha avuto una missione specialmente per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore”.

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