Linda Olson rivela: “Le parole di mio padre quando ho ucciso il mio fratellino..”

Era alla guida di un trattore, Linda Olson, il giorno del tragico incidente. La sua storia ha fatto il giro del mondo, scopriamola insieme.

Il nome di Linda Olson è conosciuto a livello globale, così come la sua storia. All’età di 14 anni, la donna stava guidando un trattore nella fattoria di famiglia in Canada, quando ha accidentalmente ucciso il fratellino Billy, di soli due anni. 

Leggi anche->Bambino ucciso | il fratello di Essobti: “Giuseppe rantolava sanguinante”

Agli occhi di tutti, Linda appare oggi più serena che mai. Nessuno può però comprendere il dolore che ha dovuto affrontare e quanto sia stato difficile per lei riuscire a perdonare sé stessa dopo il tragico incidente di molti anni prima. A 68 anni, la Olson è adesso nonna, felicemente sposata, e realizzata in ambito lavorativo. Ha scritto infatti diversi libri motivazionali, i quali hanno riscosso un discreto successo, ed ha persino realizzato un prestigioso TED Talk. La donna si porta comunque dietro una cicatrice indelebile, impossibile da rimarginare.

Leggi anche->Attaccati dalle vespe: muore bambino di 5 anni, la nonna è grave

 

Era il Settembre dell’anno 1966, e Linda aveva appena 14 anni. Cresciuta con quattro fratelli e sorelle, viveva nella fattoria dei  genitori all’interno della prateria canadese. “La vita era semplice ma buona”, ha raccontato Linda. La sua famiglia, composta da sette persone, conosceva bene l’importanza del lavoro, si davano infatti tutti molto da fare. Violet, di 18 anni, era la sorella maggiore, seguita da Linda, Leonard, di 12 anni, Vera, di 8 anni, ed infine, Billy, l’ultimo fratello, di soli due anni. Il bimbo, secondo i racconti della sorella, aveva un posto speciale nel cuore di tutti.

Leggi anche->Benedetta muore a 25 anni in un incidente, i genitori donano gli organi

La mamma di Linda, quel fatidico giorno, ha suggerito alla ragazza di utilizzare il trattore agricolo per accelerare la raccolta delle patate. “Era una cosa comune per la maggior parte degli adolescenti della zona, così ho accettato con entusiasmo.Come vorrei non averlo fatto“, ha dichiarato la donna. Una volta svolto il lavoro, la ragazza ha diretto il trattore verso casa, accorgendosi con orrore di non riuscire a frenare. “L’enorme macchina si rifiutava di fermarsi e la casa si avvicinava troppo velocemente”. Nel giro di pochi secondi, il veicolo di due tonnellate e mezzo si è schiantato contro il muro di casa, esattamente nel punto in cui si trovava il giovane Billy.

L’intera famiglia non ha però perso tempo e speranze, raccogliendo il corpicino straziato del bambino e mettendosi alla guida di una Ford il più velocemente possibile, dirigendosi verso l’ospedale. Per Billy era però oramai troppo tardi, e tutti i tentativi di portarlo in salvo furono vani. “Io mi sedetti nel sedile posteriore, cullando Billy, e in testa mi martellava il pensiero: ‘Perché il trattore non si è fermato? Ho fatto qualcosa di sbagliato?’. Papà guidava a 90 miglia all’ora mentre mamma gli raccontava cosa fosse successo. ‘Non c’era niente che non andasse in quei freni‘, ha detto”. Linda non è più riuscita a dimenticare le parole del padre.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Linda Olson: la vita dopo l’incidente ed il perdono

“Alzarsi dal letto quel giorno, e quello dopo, è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, poi per settimane, mesi e anni a venire.” ha raccontato Linda Olson, riferendosi al giorno dopo l’incidente. “Esternare le emozioni veniva disapprovato a casa”, ha ammesso la donna. “Abbiamo tutti sofferto molto, ma non abbiamo mai parlato della morte di Billy.” Poi ha continuato: “Mi mancava anche il rapporto che avevo con mia mamma, che dopo l’incidente si è ritirata nel suo dolore“.

Linda trascorre dunque i suo anni di liceo chiudendosi in sé stessa e cercando di evitare il contatto con le altre persone. La svolta è stata però all’università. Durante un incontro in cappella con altri studenti, fu incoraggiata ad alzarsi e a condividere la sua storia per la prima volta. “Ho raccontato la mia storia e ricordo di aver visto le lacrime negli occhi della gente.” ha dichiarato Linda. “Mi hanno abbracciato e mi hanno detto che erano lì, se mai avessi voluto parlare. Quei due minuti di condivisione sono stati per me la grande svolta“. In quegli anni ha avuto dunque inizio il lungo percorso che Linda ha dovuto affrontare per perdonare sé stessa. Dopo anni di terapia e formazione professionale, adesso può finalmente dire di avercela fatta.

“Quando nella vita si fronteggiano delle tempeste, bisogna riuscire a riconoscere le proprie emozioni, e ad affrontarle prima di compiere qualsiasi altra azione. Solo allora si può andare avanti.”

Impostazioni privacy