Bambino ucciso | il fratello di Essobti: “Giuseppe rantolava sanguinante”

Giuseppe, il bambino ucciso a gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli “grondava sangue e si muoveva quasi privo di sensi”. Lo riporta il fratello dell’assassino

Bambino ucciso Cardito
Bambino ucciso Cardito FOTO viagginews

In merito alla vicenda di Giuseppe, il bambino ucciso a Cardito alla fine di gennaio del 2019, giungono alcune testimonianze sul colpevole che commise l’orrendo delitto. Il tutto accadde a Cardito, in provincia di Napoli, per mano di Badre Tony Essobti, italiano di 25 anni con famiglia originaria della Tunisia.

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L’uomo, che avrebbe anche alcuni precedenti penali per scippo e furto, picchiò a morte a bastonate sia Giuseppe che la sorellina Noemi, riducendo entrambi in fin di vita. Ad avere la peggio fu il bambino, mentre la sorellina se la cavò nonostante le tremende ferite riportate. Erano figli della sua compagna, Valentina Casa, che aveva anche un’altra bambina più piccola. Tutti loro erano nati dalla relazione con l’ex marito della donna. Ora c’è il fratello di Tony Badre che avrebbe tracciato un profilo niente affatto lusinghiero su quest’ultimo.

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Bambino ucciso, il racconto del fratello dell’assassino

Lo riporta liberoquotidiano, che riferisce di come sia in corso di svolgimento il processo contro Badre e la Casa. Lei deve rispondere delle accuse di favoreggiamento. La prossima udienza ci sarà tra meno di due settimane, il 14 gennaio 2020. E Rafael, fratello dell’uomo responsabile del caso del bambino ucciso, fa sapere di avere assistito a quanto accaduto un anno fa. Lo fa sapere anche il quotidiano ‘Il Mattino’. Rafael sarebbe intervenuto per riportare la calma dopo un litigio tra Tony e Valentina. Una volta giunto in casa loro avrebbe visto Giuseppe svenuto ed a torso nudo, con una perdita copiosa di sangue alla nuca. Era sul divano con gli occhi chiusi. L’uomo avrebbe chiesto alla madre se il 118 fosse stato già contattato.

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“Valentina non aveva chiamato i soccorsi”

Alla risposta negativa, quest’ultimo le avrebbe preso il cellulare dalle mani per allertare i paramedici. Tony non era presente in casa, secondo la testimonianza del fratello. Si trovava fuori per comprare una pomata con la quale tentare di lenire le ferite inferte al bambino. Il tutto allo scopo di non allertare alcun soccorso. “Incontrai Tony alcuni giorni dopo. Mi disse che aveva visto il letto rotto dopo che si era svegliato. E che la cosa gli aveva fatto perdere il controllo. Mi ha confessato di avere picchiato Giuseppe, ma utilizzando soltanto le mani”.

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