Riaperture 18 maggio | “Un metro non basta in certe condizioni”

L’Italia attraversa una nuova fase con le riaperture del 18 maggio. Per gli esperti virologi serve continuare ad essere prudenti, ma in certe situazioni quel che facciamo potrebbe non bastare.

riaperture 18 maggio
Situazione riaperture 18 maggio FOTO Getty Images

Attività al via in tutta Italia con le riaperture del 18 maggio già annunciate nei giorni scorsi. Molte saracinesche tornano a risollevarsi e bisogna operare nel nome della sicurezza. Gli esperti consigliano di continuare a tenere un atteggiamento responsabile e votato alla prudenza, con l’osservanza di quelle che sono le regole ormai note a tutti da tre mesi.

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Ovvero mantenere almeno un metro di distanza dagli altri, indossare le mascherine quando si esce di casa, anche i guanti e lavarsi spesso ed approfonditamente le mani. Anche se la situazione nel nostro Paese si mostra alquanto disomogenea, con un indice di contagio molto diverso di regione in regione. Nei luoghi chiusi sarebbe meglio restare ad almeno due metri da una persona all’altra. Ed in zone come la Lombardia, in una situazione al chiuso con aerazione limitata, un solo metro tra i tavolini, qualora fossimo in un bar od in un ristorante, non garantirebbe la necessaria sicurezza. All’aperto invece i rischi calano.

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Riaperture 18 maggio, in certe situazioni un solo metro non basta

Per un ristorante, la situazione ideale sarebbe di prendere un tavolo all’aperto con massimo due persone. I dati comunicano che la maggior parte dei contagi ha avuto luogo in posti al chiuso, come strutture sanitarie ma anche abitazioni private. Si confida invece sugli ambienti salubri delle spiagge, grazie a vento, sabbia ed acqua marina. Ed anche delle piscine, il cui cloro disattiva il virus. L’epidemiologo Signorelli parla di calo dei casi nell’emisfero settentrionale e di aumento in quello inferiore, dove avanza ora la stagione fredda. Sempre gli esperti affermano che le situazioni in cui riteniamo di stare al sicuro, come a casa con i nostri parenti o anche con gli amici da oggi in poi, possono però sempre nascondere delle insidie.

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La situazione riguardo ai condizionatori

E quindi è bene mostrarsi prudenti anche lì. Sull’aria condizionata, la comunità scientifica è dell’idea che il rischio di contagio legato all’utilizzo della stessa sia basso. Questo perché il Covid non è come la legionella, che invece prolifera negli impianti di condizionamento. Possono esserci delle eccezioni, come nel caso di strutture sanitarie o luoghi di lavoro. Ma in questo senso le case e la bassa densità di persone presenti dovrebbero tenere lontano qualsiasi pericolo.

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