Coronavirus, cosa prevede il nuovo decreto del governo

Cosa prevede il nuovo decreto del governo sul Coronavirus: scuola e università, norme igieniche, smart working, misure durissime.

(TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

10 giorni di chiusura per scuola e università, rispetto di severe norme igieniche in piscine e palestre. Poi ancora smart working anche senza accordi individuali. Questi sono alcuni dei punti salienti previsti nel nuovo decreto del governo su norme di contenimento al Coronavirus.

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Le disposizioni “producono il loro effetto dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sono efficaci, salve diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino al 3 aprile 2020”.

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Il decreto del governo: nuove misure sul Coronavirus

(MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

Nella bozza del Dpcm che verrà varato in serata, si invita a “usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate”. Non sono ancora chiare alcune delle norme restrittive che verranno varate, ma stando a quanto si è appreso, il campionato di Serie A dovrebbe riprendere. Come tutte le manifestazioni sportive dovrebbe tenersi a porte chiuse, come anticipato dal ministro Spadafora. Per quanto concerne palestre, piscine e centri sportivi, c’è l’ok all’apertura nel rispetto di norme igieniche già annunciate: lavaggio delle mani e distanza di sicurezza di un metro, tra queste.

Non è chiaro se tali norme saranno valide anche per manifestazioni pubbliche – con eventuale riduzione della capienza – o se in questo caso si arriverà alla serrata totale. Questo significa cancellare da qui a un mese migliaia di eventi, con tutto quello che ne consegue. Per quanto concerne le scuole, intanto, “sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”. Inoltre, in caso di assenza superiore ai 5 giorni sarà necessario il certificato medico. Si lavora infine per raddoppiare i posti letto in terapia intensiva e nei reparti di pneumologia.

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