Mamma arrestata | “Voleva avvelenare le figlie” | in carcere da innocente

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Una mamma arrestata e poi assolta in seguito ad una accusa terribile FOTO viagginews

Una mamma arrestata ha dovuto passare quasi 3 anni in carcere da innocente, lontana dalle figlie. L’accusa nei suoi confronti era davvero tremenda.

Una mamma arrestata e rimasta in carcere da innocente per quasi 3 anni vede finalmente ottenere giustizia. La donna è stata infatti scagionata da ogni accusa e ha riacquistato la libertà. Per 2 anni e 10 mesi Marina ha dovuto vivere all’interno di una cella, con l’accusa di aver tentato di uccidere le sue due figlie di rispettivamente 3 anni e 3 mesi avvelenandole. La condanna era stata motivata dal fatto che il giudice che aveva presieduto il processo di questa mamma arrestata, aveva ritenuto congrue le tesi dei pubblici ministeri delle Procure di Napoli e Roma sul quadro clinico della donna. A quest’ultima era stata riscontrata la sindrome di Polle. Un disturbo della personalità che porta cioè un genitore ad infliggere danni fisici ai propri figli per farli credere malati. Questo allo scopo di richiamare l’attenzione. Ma ora è giunta la svolta.

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Mamma arrestata, ha passato 3 anni in carcere da innocente

Infatti un genetista incaricato dalla difesa di questa 32enne napoletana ha scoperto la verità. E ha fatto si che Marina riottenesse la libertà. Lei non aveva mai messo antiepilettici e barbiturici vari nel latte da dare alle sue bambine. A quanto pare la verità sarebbe decisamente diversa. E le tracce evidenti di avvelenamento all’interno dell’organismo delle piccole sarebbero da attribuire ad una mutazione genetica di entrambe. Tutte e due non riuscirebbero ad espellere in maniera corretta e veloce i principi attivi dei medicinali assunti. Questo porta ad un loro accumulo a ad una situazione simile all’avvelenamento. Nel giro di un mese – il 29 ottobre a Roma ed il 22 novembre a Napoli – Marina ha ottenuto l’assoluzione con formula piena, sulla base di queste nuove prove. Nel frattempo ha avuto anche una terza bimba, che non ha potuto allattare. Presto però ritroverà tutte e tre, dopo che le piccine sono state affidate ad una comunità.

In carcere Marina aveva subito un tentativo di linciaggio da altre detenute

Ma adesso ci sono tutti i requisiti affinché Marina possa svolgere il proprio compito di madre e bisogna solo aspettare i tempi tecnici stabiliti dalla legge, dopo la sospensione della patria potestà. La donna ha affermato di aver provato un dolore enorme. “Avevo soltanto le mie parole per potermi difendere”. E dal carcere di Pozzuoli, dove era inizialmente detenuta, le autorità avevano dovuto trasferirla in un’altra struttura dopo un tentativo di linciaggio da parte delle altre detenute. Erano stati i medici a segnalare prove di un presunto avvelenamento alle bambine, non accorgendosi in realtà della mutazione scoperta soltanto molto tempo dopo da un genetista. Per fortuna le bambine sono guarite, anche se di mezzo c’è stata una lunga e dolorosa odissea per tutti. “Cerco giustizia, ma adesso l’unica cosa che conta è poter riabbracciare le mie figlie”, ha affermato questa mamma riabilitata.

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