Pietro Maso, il killer dei suoi stessi genitori descrive come e perché lo fece

Pietro Maso
Parla a Nove Pietro Maso FOTO screenshot

Da tre anni è tornato ad essere un uomo libero, Pietro Maso. Nel 1991 massacrò la sua famiglia, ora spiega come mai ed in che modo agì.

L’emittente ‘Nove’ ha intervistato in esclusiva Pietro Maso, responsabile il 17 aprile 1991 dell’omicidio dei suoi genitori. Allora aveva 19 anni e perpetrò il diabolico piano nella casa di famiglia di Montecchia di Crosara, in provincia di Verona, per entrare in possesso dell’eredità. Scoperto ed arrestato dopo appena due giorni, venne condannato a 30 anni di carcere, scontandone alla fine 22 in maniera effettiva. Nel 2016 è Pietro Maso è tornato ad essere un uomo libero grazie ai vari permessi accumulati. Durante la sua intervista, l’oggi 47enne Maso ripercorre la sua infanzia. “Trascorsi un anno in seminario ma poi tornai a casa. Dove non mi sentivo accettato. In famiglia non c’era quel calore umano, mancava affetto e non si parlava mai, neppure a tavola. Perciò mi adeguai a quello stile di vita”.

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Pietro Maso: “Miami Vice la mia evasione, volevo stupire”

Questo vuoto lo colmò dal celebre telefilm degli anni ’80, ‘Miami Vice’. Maso mitizzò la figura dell’attore Don Johnson, che nel poliziesco interpretava il detective Sonny Crockett. “Mi sentivo come lui, volevo essere come lui. Diverso dagli altri e più ‘in’. Mi facevo fare le giacche simili al detective Sonny da mia zia e cercavo in tutti i modi di impressionare gli altri. Vestivo in maniera molto vistosa, una volta andai in discoteca indossando una tuta da sub, gli anfibi e l’accappatoio”. Pianificare ed attuare l’omicidio del padre e della madre fu il culmine di tutto questo. “Pensai che nessuno mai l’avrebbe fatto. Ed avevo comunque bisogno di soldi per via dello stile di vita che avevo intrapreso”. Pare che una volta Maso si accese una sigaretta bruciando una banconota da 100mila lire.

Come avvenne il massacro

L’eccidio avvenne senza provare pietà, almeno apparentemente. “Non c’era legame, per questo lo feci. Prima di allora non fui mai soddisfatto, anche se ridevo, dentro ero morto”. Assieme a suo padre e sua madre, sarebbero dovute morire anche le due sorelle. E sembra pure un paio di amici che era riuscito a convincere a dargli aiuto. Le idee furono diverse: dall’assoldare un killer ad usare del veleno per topi, fino a concepire il pensiero di far saltare in aria la casa. Ma tutto quanto venne messo in atto il 17 aprile del 1991, di sera. “Ero in auto con i miei complici, tutti loro avevano delle maschere da diavolo. Tranne me, la mia maschera ce l’avevo già, era la mia faccia. Sentivamo la colonna sonora di ‘Miami Vice’. Usammo spranghe e padelle ed alla fine c’erano un silenzio assordante ed un puzzo di sangue penetrante”.

La telefonata di papa Francesco

Una volta uscito dal carcere c’è stata la droga, l’unica via d’uscita per Pietro Maso. “Chi mai avrebbe voluto uno come me a lavorare con sé?”. Perciò cadde nella spirale degli stupefacenti. Ci fu anche una intercettazione telefonica in cui lo si sentiva dire che voleva “finire il lavoro di 25 anni fa”. Un chiaro riferimento all’intenzione di volere uccidere anche le sue sorelle. Le quali inizialmente lo avevano perdonato, per poi abbandonarlo di nuovo. Maso riferisce anche di avere parlato al telefono con papa Francesco, al quale aveva scritto per il perdono. “Non riuscivo a crederci. Mi chiese pure di pregare per lui. Io che sono il killer, il mostro, l’ultimo tra gli ultimi. L’intervista verrà proposta da ‘Nove’ questa sera in ‘Io ho ucciso’ alle ore 21:25.

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