Buffon: “Avevo una profonda depressione, mi salvò un dipinto”

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Gigi Buffon parla di come sconfisse la depressione © Getty Images

Gigi Buffon è reduce dalla cocente eliminazione agli ottavi di finale di Champions League col PSG, ma ricorda una cosa più grave: la depressione

Gli ultimi giorni sono tutt’altro da ricorda per Gigi Buffon. Il suo Paris Saint-Germain è stato eliminato in maniera clamorosa dalla Champions League agli ottavi di finale, con una pesantissima sconfitta interna arrivata per mano del Manchester United e nonostante una vittoria per 2-0 all’andata. Stavolta però sono stati gli inglesi a vincere, imponendosi per 3-1 con un calcio di rigore al 94′ ma anche con un gol propiziato da un brutto errore commesso proprio da Buffon. Il quale però a 41 anni (li ha compiuti lo scorso 28 gennaio) di cose che ha viste e ne ha vissute e ha le spalle larghe per sopportare di tutto. Anche quelle cose brutte e spiacevoli che trascendono il calcio e lo sport e che arrivano ad interessare la vita con risvolti drammatici. Buffon infatti ha dovuto fare i conti con la depressione, come da lui stesso rivelato in pesante. E adesso il campione del mondo 2006 torna a parlarne.

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Buffon e la depressione: “Bastò ammirare un quadro per vincerla”

“Avvenne nei primi anni 2000. Ero giovane, famoso, giocavo nella Juventus. Avevo tutto per essere felice. Eppure sentii di aver perso la gioia di vivere e di sentirmi costretto per forza di cose a convivere in maniera forzata con questo forte malessere interiore. Anche il fatto di dover sempre dare prove di grande valore sportivo in campo non mi aiutava, con tutta la pressione che ne scaturiva”. Buffon svela come riuscì ad uscirne fuori all’improvviso ed in maniera inaspettata. “Fu tutto merito di una normale passeggiata alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Uno di quei luoghi dove, se sei in cerca di serenità, la puoi trovare. Mi ritrovai davanti ad un quadro, ‘La Passeggiata’, del pittore russo naturalizzato francese Marc Chagall. Rimasi affascinato da quanto fosse semplice. Avrebbe potuto dipingerlo un bambino, e fu proprio questo aspetto a colpirmi. Pensai che possiamo viaggiare su aerei privati o guidare auto di lusso. Ma alla fine sono sempre le cose semplici a saperci dare felicità nella vita. E la vista di un quadro mai ammirato prima in un giorno come tutti gli altri per me lo fu”.

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