Rigopiano, viola l’area per portare fiori al figlio morto: maximulta e processo

rigopiano Alessio Feniello
Hotel Rigopiano, Alessio Feniello a processo per aver portato fiori al figlio sul luogo della tragedia (websource/archivio)

Alessio Feniello due anni fa perse il figlio nella tragedia del Rigopiano. Ora si trova a vivere una assurda vicenza giudiziara: “Oltre al danno la beffa”.

Non bastava il dolore per quanto vissuto nella tragedia del Rigopiano accaduta due anni fa. Alessio Feniello, 57enne padre del giovane Stefano, che figura tra le 29 vittime della valanga che il 18 gennaio 2017 travolse l’alberto che si stagliava nella isolata zona di Farindola, in provincia di Pescara, dovrà affrontare un processo. Questo su disposizione di Elio Bongrazio, gip del tribunale della città abruzzese che ha disposto il giudizio immediato nei confronti dell’uomo. A Feniello viene imputato il fatto di aver violato il divieto di accedere nell’area immediatamente antistante il Rigopiano, allo scopo di depositare dei fiori lì dove suo figlio aveva perso drammaticamente la vita. Alessio Feniello era stato raggiunto anche da una elevata sanzione pecuniaria, pari a 4550 euro per aver forzato i sigilli giudiziari. Il processo a suo carico si svolgerà il prossimo 26 settembre. Ma questa vicenda ha indignato moltissime persone, che hanno preso subito le parti dell’uomo solidarizzando con lui e con il dolore vissuto da allora, di un genitore che ha perso il proprio figlio.

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Rigopiano, Feniello indignato: “È una vergogna”

Lui stesso ha rilasciato delle dichiarazioni polemiche a ‘Il Fatto Quotidiano’ riguardo alla vicenda che lo vede protagonista. “Vi sembra normale che qui in Italia ci siano dei giudici che sprechino soldi pubblici e giornate lavorative per mandare a processo uno nella mia condizione? Non solo mi è stato ucciso un figlio, devo essere mandato a processo solo per aver voluto omaggiare la memoria del mio ragazzo lasciando dei semplici fiori lì dove me lo hanno ammazzato. Tutto questo è una vergogna. Una totale vergogna”. Parole che hanno incassato la stima ed il sostegno di tanti. La vicenda è cominciata lo scorso gennaio ed andrà avanti ancora per diversi mesi. L’anno scorso invece morì un altro giovane, nella tragedia dell’esondazione di Raganello avvenuta ad agosto. L’uomo agì come volontario nei soccorsi dopo la valanga che travolse il Rigopiano.

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