Bimbo ucciso a Cardito, il patrigno: “Ho perso la testa, ma gli volevo bene”

Il patrigno: "Ho perso la testa, ma gli volevo bene"Bimbo ucciso a Cardito, il patrigno ammette di aver perso la testa e rigetta le accuse di gelosia dicendo che al piccolo Giuseppe voleva bene.

I dettagli di quanto successo domenica sera a Cardito (Napoli) sono ancora da stabilire. Secondo quanto emerso nelle scorse ore, Tony Essobdi avrebbe perso la testa quando ha visto che Giuseppe e Noemi avevano rotto il bracciolo in legno del letto appena comprato. L’uomo avrebbe rotto la scopa quindi, ancora colmo di rabbia, si sarebbe scagliato contro i due bambini per infliggere una punizione corporale.

La violenza dei colpi inflitti a Giuseppe hanno portato alla morte del piccolo, mentre la piccola Noemi, sebbene gravemente ferita e tutt’ora ricoverata in ospedale, non è in pericolo di vita. Essobdi ha ammesso le proprie colpe, ma risulta ancora poco chiaro cosa sia successo dopo che l’uomo si è accorto che il bimbo non respirava più: a chiamare i soccorsi, infatti, è stata la madre dell’uomo. Da stabilire dunque, se una chiamata repentina ai soccorsi avrebbe potuto salvare il bimbo ucciso.

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Bimbo ucciso a Cardito i dubbi sulla versione di Essobdi: “Volevo bene a Giuseppe”

Nel corso dell’interrogatorio il patrigno del bimbo ucciso a Cardito ha ammesso di aver colpito i bambini con calci e pugni, ma ha anche spiegato che tale reazione è stata dovuta ad un momento di ira, che voleva bene al piccolo e che non avrebbe mai voluto che si verificasse una simile tragedia. La causa scatenante di questa ira sarebbe la rottura della spalliera del letto, ma su questo gli inquirenti hanno dei dubbi, pare infatti che l’episodio si fosse verificato sabato sera.

Inoltre non convince nemmeno la dinamica dei fatti raccontata dall’uomo: secondo gli investigatori, infatti, Essobdi avrebbe usato la scopa come arma contro i bambini. I dubbi sul movente potranno essere sciolti solo quando la piccola Noemi si riprenderà del tutto, mentre quelli sull’utilizzo di un arma potranno essere verificati tramite i risultati dell’autopsia. Alcuni dubbi infine permangono sulla posizione della madre.

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