Sissy Trovato Mazza, il padre svela una lettera segreta: “Lì c’è la verità”

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Ci sono punti oscuri nel caso di Sissy Trovato Mazza: “Condotte immorali in carcere”. E spunta una lettera che lo conferma

La morte di Sissy Trovato Mazza resta avvolta nel mistero. La sorella ed il padre chiedono giustizia e svelano una lettera dal contenuto esplosivo.

Molto si è detto sulla povera Sissy Trovato Mazza, l’agente della polizia penitenziaria morta lo scorso 12 gennaio dopo due anni e due mesi di coma. La ragazza, 29 anni, venne colpita alla testa da un colpo di pistola il 1° novembre 2016 nell’ospedale civile di Venezia. Ed è sempre stato mistero su chi le abbia sparato. La Procura ha archiviato il caso come suicidio ma la sua famiglia e la trasmissione ‘Chi l’ha Visto’ la pensano diversamente. Del resto sono diverse le domande senza risposta su questo caso che ha assunto i contorni del giallo. A ‘La Vita in Diretta’ intanto ha parlato la sorella di Sissy Trovato Mazza, che la ricorda come “una sognatrice ed una viaggiatrice, una persona buona ed altruista, che amava gli animali. Era benvoluta da tutti per la sua gentilzza, e da sorella sapeva cosa dirti per aiutarti a crescere. Ma vivere senza di lei è insopportabile, e lo è di più non sapere cosa le è successo. La magistratura deve indagare, è chiaro che il suo non è stato suicidio”.

Sissy Trovato Mazza, il padre svela l’esistenza di una lettera decisiva

Anche il padre di Sissy Trovato Mazza si rivolge ai giornalisti, dicendo di aver incontrato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. L’uomo ha chiesto sostegno da parte dello Stato, ricevendo le dovute rassicurazioni. “Abbiamo sempre cercato di conoscere la verità, ed ai giudici abbiamo mostrato cose di grande importanza”, afferma Salvatore Trovato Mazza. “Certamente in quell’ascensore dove ne è uscita gravemente ferita mia figlia ci è andata per chiarirsi con qualcuno. Ma è assurdo pensare che abbia pensato di suicidarsi lì. Sapevo che c’erano problemi sul lavoro, io le dicevo di farsi gli affari suoi, ma lei mi rispondeva dicendo che non poteva starsene zitta”. Ed è spuntata anche una lettera segreta con data 30 settembre 2016. Un mese esatto prima che Sissy venisse gravemente ferita, con il colpo che la raggiunse alla testa che fu presumibilmente esploso per ucciderla all’istante. Nella missiva, trovata proprio da suo padre tra le cose della poliziotta in seguito alla morte avvenuta due settimane fa, si legge: “Sono venuta a sapere di fatti gravi che riguardano le mie colleghe”.

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“Gravi abusi sulle detenute”, ma Sissy non è stata ascoltata

La lettera era stata scritta a mano ed indirizzata a Gabriella Straffi, ex direttrice del carcere femminile veneziano della Giudecca. In essa Sissy denunciava la condotta immorale da parte di alcuni colleghi e personale penitenziario verso le detenute. “Essendo la cosa molto delicata ho cercato di non ascoltare e di riferire tutto subito all’ispettore, la quale mi ha consigliato di parlare al più presto con la Signoria Vostra”. La risposta della Straffi però non sarebbe stata delle più concilianti, con un invito a Sissy a starsene al posto suo. Ci sono anche nomi e cognomi di alcune detenute coinvolte in questi fatti. La lettera è stata acquisita dalla Procura di Venezia ed è agli atti. Dopo il ferimento della Trovato Mazza risulta poi che diverse guardie sono state trasferite in altre strutture, e che il medico carcerario avrebbe patteggiato 18 mesi di condanna per molestie alle detenute. Quest’ultime riferiscono poi che Sissy era invisa a tutti i suoi colleghi perché si era fatta portavoce dei loro diritti.

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