Secondo la famiglia di Sissy Trovato Mazza, la giovane poliziotta scomparsa dopo due anni di coma, la sua morte si spiegherebbe con dei contrasti di lavoro
La vicenda di Sissy Trovato Mazza, la poliziotta morta nelle prime ore di domenica scorsa, presenta dei grossi dubbi. Si tratta della giovane in servizio nelle guardie penitenziarie e che da due anni ormai versava in uno stato di coma irreversibile. In tutto questo tempo si è provato a fare ogni cosa possibile per provare a salvarle la vita. Purtroppo però tutti gli interventi chirurgici ai quali era stata sottoposta non hanno mai condotto ad alcun reale miglioramento. A costare caro a Sissy Trovato Mazza è stata una infezione che ha portato al peggioramento definitivo del suo quadro clinico. La donna è spirata nella casa di famiglia. Ma intanto vige ancora mistero su quanto le capitò il 1° novembre del 2016. Le autorità hanno disposto che il suo corpo venga messo a disposizione del medico legale per lo svolgimento di un esame autoptico, dal momento che c’è ancora una inchiesta in corso ed aperta da 26 mesi ormai.
Sissy Trovato Mazza, la famiglia ha una sua tesi: “Nessun suicidio”
Sissy, originaria di Reggio Calabria, venne ferita mentre si trovava in servizio all’Ospedale Civile di Venezia. Subì un colpo di arma da fuoco al cranio e fu trasportata d’urgenza in eliambulanza all’ospedale di Mestre. I parenti respingono con forza che la ragazza abbia provato a suicidarsi. Piuttosto l’intenzione dei suoi cari è quella di fare luce sulle torbide vicende da lei stessa denunciate e che avvenivano (e probabilmente ancora avvengono) all’interno del carcere della Giudecca, dove lavorava dal 2011. Sissy parlò di spaccio di droga e di abusi di alcune sue colleghe, facendosi portavoce dei diritti delle detenute. Ma nulla si è mai mosso da questo punto di vista: non ci sono mai state conseguenze, da quel che risulta. E secondo i legali della famiglia Trovato Mazza è proprio su questo aspetto che bisogna scavare per trovare la soluzione del giallo.
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