Giornate Fai d’Autunno 2018: dove andare e cosa vedere

giornate fai d'autunno 2018
Palazzo dell’Aeronautica, Roma (www.fondoambiente.it)

Giornate Fai d’Autunno 2018: sabato 13 e domenica 14 ottobre. Dove andare e cosa vedere in Italia.

Torna l’appuntamento con le Giornate Fai d’Autunno 2018 nel weekend del 13 e 14 ottobre: aperti 660 luoghi in tutta Italia. Meraviglie dell’arte, capolavori architettonici, palazzi privati e bunker nascosti, tanti e diversi sono i luoghi da visitare sabato e domenica, tra prime aperture e riaperture straordinarie.

Giornate Fai d’Autunno 2018: dove andare e cosa vedere

Il prossimo weekend di sabato 13 e domenica 14 ottobre, in tutta Italia si terranno le Giornate Fai d’Autunno 2018, una iniziativa di sensibilizzazione culturale ed educazione al bello con la quale il Fai, Fondo Ambiente Italiano vuole trasmettere agli italiani l’amore per le bellezze del nostro territorio e l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio storico-culturale.

In tutta Italia, sabato e domenica prossimi si potranno visitare, grazie alle aperture straordinarie sotto la guida dei volontari Fai, ben 600 luoghi da Nord a Sud, seguendo 150 itinerari. Con il tradizionale slogan “Ricordati di salvare l’Italia“, il tema centrale dell’edizione di quest’anno delle Giornate Fai d’Autunno è quello della manutenzione, la tutela del nostro patrimonio ricchissimo, ma fragile. Un argomento di grande attualità dopo la tragedia di ponte Morandi a Genova e il crollo, per fortuna senza vittime, del tetto della Chiesa dei Falegnami a Roma.

“La manutenzione costa molto meno del restauro, ma è essenziale”, ha ammonito il presidente Fai Andrea Carandini, ricordando insieme al vicepresidente esecutivo Marco Magnifico che per queste necessità il Fondo Italiano per l’Ambiente spende ogni anno circa 1 milione e mezzo di euro. Una visione condivisa anche dal Ministro della Cultura Bonisoli nel dichiarare che per il governo è una priorità “destinare fondi alla manutenzione” del patrimonio storico artistico italiano. E di beni da recuperare in Italia ce ne sono una infinità.

I Gruppi Giovani del Fai condurranno i visitatori alla scoperta di palazzi, ville, castelli, giardini, parchi, sotterranei, cantieri, impianti industriali, stazioni, centrali, siti industriali dismessi e tutti i luoghi di pregio artistico e valore storico e architettonico.

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Bunker della Stazione Termini di Roma (www.fondoambiente.it)

Tra gli itinerari da non perdere segnaliamo quello di Roma, il “Viaggio nella modernità del ‘900“, alla scoperta dell’architettura della Capitale all’inizio secolo del secolo scorso e del suo primato tecnologico nel campo dei trasporti. Da vedere il Bunker segreto della Stazione Termini, il Fabbricato “I” di Roma Termini, nello stile architettonico razionale tipico dell’epoca fascista, costruito nel periodo 1940-42 in previsione di attacchi militari, e organizzato con tutti i macchinari necessari a controllare gli scambi e la segnaletica della stazione anche dai sotterranei. Il nuovo Apparato Centrale Elettrico era in grado di consentire traffici superiori ai 300 treni giornalieri, e costituisce oggi un notevole esempio dello sviluppo della tecnologia italiana dell’epoca.

Da vedere anche il Palazzo dell’Aeronautica di via dell’Università, costruito tra il 1929 e il 1931 quale sede della neonata forza armata che nel 1923 era stata scorporata dall’esercito e resa indipendente e che fu voluto da Italo Balbo. Una struttura allora all’avanguardia, enorme e con le grandi pitture murali di Marcello Dudovich. Nel Palazzo i dettagli sono stati curati con un’attenzione quasi maniacale, sia nella fase progettuale che in quella esecutiva, con l’intento è quello di far convivere l’architettura con la pittura e persino con l’arredamento, che diventano parte integrante dell’organismo architettonico.

Nell’ambito della campagna nazionale FAI #salvalacqua si inserisce invece la visita inedita al Centro Eleniano e alla vicina Cisterna romana, per sapere tutto sull’acqua, dall’antichità ad oggi.

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Giardino e Ipogeo di Babuk, Napoli (www.fondoambiente.it)

Da visitare a Napoli il Giardino e Ipogeo di Babuk, nel cuore della città. Il giaridno è una silenziosa oasi verde, con piante di ogni specie e fontane zampillanti, voluto dalla famiglia dei Caracciolo del Sole e prende il nome dal gatto Babuk che viveva tra la fitta vegetazione. Esteso su una superficie di circa 1000 mq, il giardino ospita piante di limone, banani, fiori, e al centro un faggio antichissimo, databile intorno al XIV secolo.Tra gli ambienti più suggestivi, tuttavia, c’è l’ipogeo, una cavità naturale posta al di sotto del giardino, composto da quattro caverne collegate da cunicoli, un tempo parte di una cisterna, utilizzata dagli abitanti dell’edificio per rifornirsi d’acqua. Negli anni della guerra fu un rifugio antiaereo e ancora oggi ha un caratteristico impianto elettrico degli anni ’40, realizzato con isolatori in porcellana, mentre sulle pareti compaiono graffiti e simboli esoterici.

A Matera è da visitare il Complesso di S.Agostino a strapiombo sul torrente Gravina, un convento della fine del XVI secolo, situato nella parte alta del Sasso Barisano. Il complesso domina il suggestivo canyon del torrente Gravina, in posizione simmetrica e speculare a Palazzo Lanfranchi (sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata). Il complesso è costituito dal convento fatto costruire dai Monaci dell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino nel 1592 e dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificata nel 1594. Il primo fu fondato su un antico ipogeo dedicato a San Guglielmo da Vercelli. Distrutto nel 1734 da un violento terremoto, il complesso fu restaurato e in seguito diventò sede del Capitolo Generale dell’Ordine degli Agostiniani. Fu poi soppresso. Tra la chiesa e il convento si eleva il campanile in tufo. Oggi la struttura è in parte sede del Polo Museale della Basilicata, in parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.

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Villa Borsani (www.fondoambiente.it)

A Varedo, in Brianza, è da visitare Villa Borsani, progettata nel 1940 da Osvaldo Borsani, per i suoi genitori e realizzata durante la Seconda Guerra Mondiale. Borsani recepì le diverse tendenze architettoniche del modernismo europeo e della tradizione milanese attraverso figure chiave dell’architettura del XX secolo quali Giovanni Muzio, Piero Portaluppi e Giuseppe de Finetti. Per decenni la Villa fu il luogo del dialogo fra Osvaldo Borsani e i suoi “collaboratori eccellenti”: Gio Ponti, Arnaldo e Giò Pomodoro, Ugo Mulas, Roberto Crippa, Aligi Sassu, Fausto Melotti, Agenore Fabbri e Lucio Fontana.

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Casa Masieri, Venezia (www.fondoambiente.it)

Infine, a Venezia, una visita particolare è quella a Casa Masieri, un palazzo situato in Volta di Canale, adiacente a Palazzo Balbi. L’edificio, di proprietà della famiglia Masieri, era pensato per essere la dimora della giovane coppia di sposi Angelo Masieri e Savina Rizzi. La coppia commissionò la progettazione del palazzo all’architetto americano Frank Lloyd Wright. A seguito della prematura scomparsa del giovane Masieri, a causa di un incidente automobilistico, la famiglia incaricò Wright di progettare nella palazzina una foresteria destinata ad ospitare gli studenti di architettura dello IUAV. L’intervento, che si sarebbe dovuto inserire nel denso e stratificato tessuto veneziano del Canal Grande, non venne realizzato per il parere negativo della commissione edilizia del comune di Venezia. Il progetto infine fu elaborato da Carlo Scarpa e portato a termine dai suoi collaboratori, l’ingegnere Maschietto e l’architetto Semi. L’edificio riveste un ruolo iconico, in quanto lavoro incompiuto di Wright e capolavoro di Scarpa.

A cura di Valeria Bellagamba

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