Baby squillo, coinvolte modelle 15enni adescate in agenzia di casting

Delle giovanissime ragazza con il sogno di sfilare finivano con il diventare delle baby squillo. Stroncato un orribile giro.

baby squillo Palermo
Tre arresti per giro di baby squillo a Palermo Foto dal web

Tre persone sono state arrestate per adescamento di minori, violenza carnale ed induzione alla prostituzione minorile a Palermo. Le forze dell’ordine hanno scoperto un giro raccapricciante con vittima delle ragazzine di età media di 15 anni, illuse con la promessa di dare loro un impiego come modelle. Ma le intenzioni di questi tre imprenditori del settore della moda erano ben altre, e le stesse finivano con il diventare delle baby squillo.

Leggi anche –> Genitori uccidono figlia | la fanno violentare dai vicini poi l’ammazzano

Gli arrestati hanno rispettivamente 35, 41 e 43 anni. A fare scattare le manette ai loro polsi i poliziotti della Squadra Mobile del capoluogo della Sicilia. Almeno in una circostanza sarebbe avvenuto uno stupro, ma c’è la ferma convinzione che possano esserne avvenuti degli altri. Questo era un giro di prostituzione in piena regola, che riguardava delle ragazze regolarmente assunte per delle agenzie del settore e facenti capo proprio ai tre arrestati. Di questi, i due più grandi sono finiti in carcere mentre per il più giovane è stata disposta una misura di arresti domiciliari. Gli arrestati collaborano nella gestione di una struttura che promuoveva eventi in tutta Italia ed anche all’estero, riservato a giovanissime spesso di età inferiore ai 18 anni. Il 35enne è indagato in quanto avrebbe pagato una minorenne per potere consumare un rapporto con quest’ultima.

Leggi anche –> Va sul dark web e scopre il piano di una ragazza per uccidere i genitori

Baby squillo, gli arrestati avevano una strategia di adescamento

Gli inquirenti hanno anche raccolto le testimonianze di alcune delle adolescenti coinvolte, divenute baby squillo. Alcune intrattenevano i clienti dell’agenzia e per contattarle e di fatto adescarle, venivano usati i social network, con il pretesto di partecipare a dei provini. Provini sempre conclusi con esito positivo, poi era necessario il pagamento di una quota di iscrizione al costo di 50 euro.

Se vuoi seguire tutte le notizie scelte dalla nostra redazione in tempo reale CLICCA QUI

Leggi anche –> Genitori uccidono figlio, neonato di 2 mesi sanguinante con droga in corpo

E da lì partiva un percorso che, se da una parte garantiva shooting fotografici, sfilate e casting, dall’altra poteva finire in situazioni scabrose. I titolari puntavano anche ad instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie delle modelle in erba. Questo finiva con il ridurre le stesse ad una sorta di accettazione, in una situazione psicologica nella quale non risultava particolarmente difficile potere imporre su di loro la propria volontà.

 

Impostazioni privacy