Brescia, donna muore dopo un prelievo di midollo osseo: medico indagato

E’ morta dopo aver subìto un prelievo di midollo osseo all’Ospedale Civile di Brescia. I familiari richiedono la riapertura del caso.

Tragica e incomprensibile la storia di una donna di 67 anni che, due anni fa, è morta in seguito ad un semplice prelievo di midollo osseo. Davanti al giudice dell’udienza preliminare Giulia Costantino, si trova l’ematologo dell’Ospedale Civile di Brescia che ha eseguito l’operazione: è accusato di aver causato la perforazione del cuore della vittima, per un errore nella procedura.

Morte provocata da perforazione del cuore

Nell’estate di due anni fa, la donna avrebbe dovuto sottoporsi ad un prelievo di midollo osseo, per fini puramente diagnostici. Tuttavia qualcosa è andato storto e la 67enne è morta, per una perforazione del muscolo cardiaco.

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Sulla questione la Procura aveva indagato a lungo avvalendosi anche di una preziosa  consulenza tecnica. Grazie agli accertamenti aveva poi stabilito l’esclusione dell’errore medico come causa principale dell’inaspettata morte della donna, avvenuta alla fine di Agosto di due anni fa.

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Era stata così richiesta l’archiviazione del caso da parte della Pubblica Accusa. Avendo stabilito la non sussistenza dello sbaglio medico come causa della morte, l’ematologo dell’Ospedale Civile di Brescia, che aveva effettuato il prelievo, era stato quindi scagionato dalle accuse.

Oggi i familiari non ci stanno: tramite l’avvocato che segue il caso, si oppongono all’archiviazione e chiedono la riapertura del processo contro l’ematologo. I familiari, in particolare la figlia della donna deceduta, con affianco l’avvocato, sostengono le accuse. Secondo loro, l’uomo non avrebbe messo in pratica correttamente il protocollo di esecuzione della procedura medica.  Sbagliando qualcosa nella procedura, avrebbe così accidentalmente perforato il cuore della vittima, causandone la morte.

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La figlia della 67enne morta chiede adesso la riapertura del caso e auspica se non ad un’imputazione coatta, almeno a maggiori e ulteriori accertamenti e indagini sulla responsabilità dell’ematologo.

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