Mia Martini, il contratto della vergogna: cosa accadde veramente

Sono passati ormai 25 anni dalla scomparsa di Mia Martini. Le circostanze della sua morte sono però tuttora misteriose. Scopriamo insieme qualche dettaglio.

12 Maggio 1995, è questa la data di morte di una delle più celebri voci italiane. Domenica Bertè, in arte Mia Martini, se ne è andata esattamente 25 anni fa, lasciandosi alle spalle un vuoto incolmabile. Misteriose sono le circostanze inerenti al suo decesso, avvenuto ufficialmente per overdose di cocaina. 

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Le ambigue questioni che contraddistinguono la morte di Mietta non sono le uniche a suscitare scalpore. Si è parlato infatti a lungo anche di un contratto della vergogna, un documento di dubbia esistenza che la riguarda. Di che cosa si tratta? Scopriamo insieme i dettagli.

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Depressione, silenzio, e momenti di sconforto. La vita di Mia Martini non è stata proprio tutta rose e fiori. Era il 1989 quando la donna, in seguito ad un periodo nero, ha deciso di accantonare i problemi legati alle calunnie subite e di partecipare alle selezioni per il Festival di Sanremo. Diverse volte, durante le edizioni precedenti, la cantante venne rifiutata, riuscendo ad esibirsi soltanto nel 1982, con la canzone “E non finisce mica il cielo”, ottenendo il sesto posto.

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Adriano Aragozzini, il direttore artistico del Festival dell’89, avrebbe dovuto decidere le sorti di Mia, scegliendo se ammetterla o meno alla competizione. Molte pressioni sono state fatte sull’uomo poiché scegliesse di non lasciare partecipare Mimì, oramai vittima delle perfidie del mondo discografico da parecchi anni. Le dicerie e malelingue temevano che l’ammissione della donna avrebbe potuto provocare il completo insuccesso dell’intera manifestazione.  Aragozzini si mostrò dunque titubante di fronte allo storico pezzo Almeno tu nell’universo, un capolavoro impossibile da non ammettere.

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Mia Martini: Renato Zero ed il contratto della vergogna

Fu Renato Zero a convincere il direttore artistico del Festival di Sanremo dell’89 ad ammettere l’amica Mia Martini. Secondo quanto ha raccontato l’uomo per lo speciale “Doreciakgulp”, gli fu addirittura chiesto di firmare un documento il quale dichiarava che Renato stesso si sarebbe assunto tutte le responsabilità di qualunque spiacevole evento sarebbe potuto capitare in seguito all’esibizione della Martini durante Festival. Il contratto della vergogna, così è stato definito, e di lui non c’è chiaramente più traccia. Lo stesso Aragozzini ne ha negato infatti l’esistenza, definendo Zero come un uomo molto fantasioso in seguito ai suoi racconti.

 

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