Buoni spesa per l’emergenza Coronavirus: a chi spettano e come averli

Come funzionano i buoni spesa messi a disposizione nell’ambito delle misure di contrasto alla crisi post Coronavirus, e chi ne ha diritto ? Ecco tutte le risposte.

Come noto, il Premier Giuseppe Conte ha comunicato agli italiani di aver aggiunto al Fondo per i Comuni, oltre ai 4,3 miliardi con il nuovo Dpcm, un ulteriore stanziamento da 400 milioni di euro da
distribuire a ciascun municipio d’Italia. Le risorse sono già state inviate e i Comuni stanno iniziando a programmare la domande e la distribuzione dei buoni spesa alle famiglie.

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Le risorse in questione potranno essere anche usate dai Comuni per distribuire direttamente generi alimentari. Conte ha inoltre rivolto un appello alla grande distribuzione affinché ai buoni spesa venga aggiunto un 5% o un 10% di spesa aggiuntiva rispetto al valore dei buoni, come ulteriore aiuto alle tante persone in difficoltà in questo periodo.

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Un aiuto importante per le persone più colpite dalle misure anti-Coronavirus

Secondo quanto previsto dall’ordinanza della Protezione civile che dà attuazione a quanto annunciato dal Presidente del Consiglio, la platea dei beneficiari dei buoni spesa sarà individuata dai sindaci “tra i nuclei familiari più esposti ai rischi derivanti dall’emergenza epidemiologica (…) con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico”. Un decreto del ministero dell’Interno, di concerto con il ministero dell’Economia, sentita l’Anci, erogherà poi “ai Comuni la compensazione della spesa sostenuta sulla base dei criteri suindicati entro il 15 aprile 2020”. I buoni saranno utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari o beni di prima necessità presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale.

L’ordinanza fissa inoltre i buoni spesa di 300 euro e anche la misura delle risorse da destinare ai comuni in base alla popolazione residente: a Roma vanno 15 milioni di euro, a Napoli 7,6, a Milano 7,2, a Palermo 5,1, a Torino 4,6, a Genova 3. E ancora: a Bari 1,9, a Firenze 2, a Reggio Calabria 1,3, a Venezia 1,3, a Foggia 1,1. Quindi a Catanzaro 622mila euro, a Caserta 445mila, a Lecce 566mila, a Piacenza 548mila, a Nuoro 230mila, a Cagliari 814mila, a Pesaro 503mila, a Campobasso 303mila. Bergamo, tra le città più colpite dall’epidemia, riceverà 642mila euro. Da segnalare anche gli stanziamenti per i Comuni di Vo’ (Padova), 42mila euro, Codogno con 169mila e Alzano Lombardo con 72mila euro, mentre a Fondi e Nerola andranno rispettivamente 357mila e 13mila euro, a Capri 37.800, a Taormina 73mila, ad Arzachena 100mila, a Portofino 2.000.

Per l’acquisto e per la distribuzione dei beni, i Comuni potranno avvalersi degli enti del Terzo Settore, mentre nell’individuazione dei fabbisogni alimentari e nella distribuzione dei beni possono coordinarsi con gli enti attivi nella distribuzione alimentare realizzate nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead). Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha reso disponibile l’elenco delle organizzazioni partner del Programma operativo. Naturalmente per le attività connesse alla distribuzione alimentare non sono disposte restrizioni agli spostamenti del personale degli enti del Terzo settore e dei volontari coinvolti.

A Roma la sindaca Virginia Raggi ha deciso che la richiesta dei buoni pasto sarà online direttamente sul sito di Roma Capitale.
I contributi saranno erogati secondo tre fasce: fino a 300 euro per nuclei familiari composti da 1 o 2 persone; fino a 400 euro per nuclei familiari composti da 3 o 4 persone; fino a 500 euro per nuclei familiari composti da 5 o più persone. Le domande saranno smistate ai vari Municipi, che dopo aver effettuato una prima verifica di eventuali altri contributi percepiti dai richiedenti, procederanno all’invio all’amministrazione capitolina di una banca dati dei beneficiari. Il Dipartimento alle Politiche Sociali di Roma Capitale provvederà quindi a pagare l’importo spettante alla famiglia direttamente tramite versamento su Iban o, qualora
il cittadino non avesse un Iban, attraverso Buoni Pasto.

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