Corea del Sud con una bassissima mortalità da Coronavirus | come ha fatto

In Corea del Sud ci sono migliaia di casi da Coronavirus ma in relazione il numero di vittime da Covid-19 è estremamente basso. Il motivo.

Coronavirus Corea del Sud
Coronavirus Corea del Sud FOTO viagginews

I dati relativi al Coronavirus in Corea del Sud fino alla giornata del 10 marzo 2020 avevano fatto segnare un trend positivo. Infatti per cinque giorni consecutivi il numero dei contagi era risultato progressimavente in diminuzione, salvo poi fare segnare un +242 infettati da Covid-19.

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Il computo totale dei casi da Coronavirus riscontrati ammonta a 7755 con 60 morti. Numeri molto esigui se rapportati alla situazione dell’Italia, che si attesta sui circa 12mila con più di 800 vittime invece (e circa 1000 guariti). Per quale motivo la Corea del Sud riesce a tenere un numero di vittime così basso? Secondo l’Asia Times, questo risultato è da attribuire ad un numero altissimo di test diagnostici effettuati, con una media di circa 20mila al giorno. Poi per i pazienti che risultano positivi al test, non è previsto alcun esborso. E buona parte dei costi sono coperti dalla mutua. Questo porta a non fare i furbi ed a non avere motivo di nascondersi se si hanno i sintomi della malattia.

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Coronavirus Corea del Sud, le iniziative intraprese per contenere la crisi

Poi il governo di Seoul ha puntato molto sul senso di responsabilità della sua popolazione, scegliendo una informazione capillare e molti test con le relative agevolazioni del caso. Inoltre c’è da segnalare una importante intrusione in quella che è la privacy dei cittadini, che però pare sia stata accettata di buon grado e sembra proprio avere buona parte di questo andamento tutto sommato positivo. Infatti gli spostamenti di tutti risultano pubblicati su dei siti web appositi, tramite i dati estrapolati dai tracciamenti di numeri di telefono cellulari, carte di credito ed altro.

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Assistenza ‘remota’ e diagnosi rapide

Questo ha spinto a sua volta le persone a rischio a sottoporsi a test da Coronavirus. La quarantena per chi è rimasto recluso giocoforza a casa ha avuto l’ausilio di medici a distanza. Soltanto i casi più gravi hanno avuto un epilogo con un ricovero in ospedale. E poi c’è la rapidità delle diagnosi. Isolare immediatamente i soggetti a rischio ha funzionato, portando ad un tasso di mortalità dell 0,77% a fronte di una media del 3,4% in tutto il mondo.

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