Coronavirus, i turisti disdicono: “Annullate il 70% delle prenotazioni”

A causa dell’epidemia del Coronavirus il settore turistico sta subendo un duro contraccolpo: rovinate le vacanze pasquali, ora si teme anche per l’estate.

Nonostante tutte le rassicurazioni del caso, il coronavirus ha già avuto un forte impatto sul settore economico, specialmente in quello terziario. Il turismo nelle zone colpite è in forte calo sia in entrata che in uscita. Il timore degli addetti al settore, che in questi giorni si sono visti disdire un numero imponente di prenotazioni, è che, oltre all’ormai compromesso periodo pasquale, il trend continui anche per le vacanze estive, periodo di maggiori introiti economici.

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Sulla crisi del settore turistico, il sito d’informazione ‘Leggo’ ha intervistato Ivana Jelinic, presidente della Fiavet (federazione delle imprese di viaggi e turismo). L’esperta ha spiegato che gli effetti di questa emergenza si sono già fatti sentire per il periodo pasquale: “La Pasqua è già fortemente compromessa, il rischio è che lo sia l’intera stagione estiva. In parte il danno è stato già fatto. Ci vorrà uno sforzo straordinario per ritornare ai numeri di prima”.

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Coronavirus: “Danno da 350 milioni di euro”

Alla Jelinic viene in seguito chiesto a quanto ammonta il danno causato dalla ritrosia dei turisti a spostarsi nelle regioni colpite dal virus: “Circa il 70% delle prenotazioni è stato disdetto ed è una media territoriale purtroppo destinata a crescere con le disposizioni di chiusura che stanno prendendo i governi. Una prima conta dei danni ammonta a 350 milioni di euro ma è una stima molto al ribasso, perché il comparto turistico si porta dietro tutto l’indotto, come pubblici esercizi e trasporti. Il rischio reale è l’implosione del sistema economico del comparto turismo”.

La situazione è quindi grave per gli operatori di settore che rischiano di rimanere schiacciati dai debiti. Il problema non riguarda solamente i turisti che rifiutano di andare nelle regioni colpite, ma anche la chiusura di determinate nazioni nei confronti dei possibili turisti che provengono dai Paesi dove il Coronavirus si è diffuso maggiormente.

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