Coronavirus, Brusaferro: “Tra 7 giorni capiremo se le misure hanno funzionato”

Coronavirus: il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità ha spiegato che solo domenica prossima si capirà se le misure adottate hanno funzionato.

Nonostante l’adozione di misure restrittive e l’individuazione delle zone rosse in Lombardia e Veneto, i casi di contagio da Coronavirus sono aumentati in maniera esponenziale in questi giorni. Tali dati potrebbero preoccupare gli italiani, ma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, ha spiegato ieri che la catena di contagi di questi giorni era stata ampiamente preventivata: “Alla fine della settimana capiremo se e quanto le misure di contenimento messe in campo hanno rallentato l’epidemia. Ci attendiamo risultati positivi, sono ottimista. Chiediamo collaborazione a tutti i cittadini. Il loro aiuto è importante per interrompere la catena di infezioni”.

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Le misure di contenimento, infatti, sono state applicate solo quando c’è stata l’evidenza che il contagio si era diffuso. Nei giorni precedenti, dunque, la diffusione del virus era già cominciata ed i casi di questi giorni ne sono la conseguenza: “Prima di 10-14 giorni dall’avvio degli interventi di contrasto e della creazione delle zone rosse non possiamo però valutare l’efficacia di questa sorta di cintura costruita attorno ai focolai in Lombardia e Veneto. I casi che vediamo moltiplicarsi in questi giorni riguardano infezioni contratte probabilmente prima che ci organizzassimo. L’aumento esponenziale, circa 1.700, era atteso”.

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Coronavirus, la curva d’infezione dovrebbe scendere entro domenica

L’aumento esponenziale di casi avvenuto in questi giorni non deve fare preoccupare, insomma, e a partire da domenica si capirà se le misure di contenimento hanno avuto successo. In ogni caso lo stesso Brusaferro ribadisce che il virus non è altamente letale ed anzi la maggior parte delle persone nemmeno si accorge di averlo: “La stragrande maggioranza delle persone positive restano in quarantena domiciliare con sintomi lievi come la congiuntivite, o addirittura senza sintomi. Significa che viene prescritta una vita socialmente ritirata e che sono controllati dai dipartimenti di prevenzione della Asl. Un monitoraggio stretto”.

Nell’intervista concessa al ‘Corriere della Sera‘, l’esperto dice anche che il virus è più impegnativo rispetto ad una normale influenza, ma solo perché al momento non esiste né una cura né un vaccino: “Le persone più fragili devono essere curate in terapia intensiva e il sistema sanitario è chiamato a grandi sforzi. Sta rispondendo bene, non sono pessimista. Non mi sento di fare paragoni con l’influenza. Però un dato è sotto gli occhi: nella stragrande maggioranza dei casi la Covid-19 passa naturalmente”.

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