Coronavirus, gli Stati Uniti sconsigliano i viaggi in Italia

Coronavirus, gli Stati Uniti sconsigliano ai loro cittadini i viaggi non strettamente necessari in Italia. Cosa bisogna sapere.

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Roma ai tempi del coronavirus (ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Purtroppo c’era da immaginarselo. Dopo le varie limitazioni ai viaggi con l’Italia, dalla cancellazione dei voli con il nostro Paese ai turisti italiani rimandati indietro, ora tocca agli Stati Uniti prendere misure nei nostri confronti a causa dell’epidemia di coronavirus.

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Coronavirus, Stati Uniti sconsigliano i viaggi in Italia

Non si tratta di un atteggiamento punitivo verso il nostro Paese un modo per proteggere i propri cittadini. Infatti, anche se il coronavirus nella stragrande maggioranza dei casi è curabile, tuttavia si tratta di una malattia molto contagiosa, che all’inizio dà pochi sintomi, simili a quelli di una banale influenza – anche se non lo è -, pertanto circola rapidamente e in alcuni casi può richiedere il ricovero in terapia intensiva, con la necessità di ventilazione assistita.

Se troppe persone si ammalano, l’epidemia rischia di andare fuori controllo e soprattutto gli ospedali rischiano il collasso, con troppi pazienti bisognosi di terapia intensiva che potrebbe non bastare per tutti. Proprio per questo motivo, per l’elevatissimo numero di contagi, in Cina si sono verificati numerosi decessi e le autorità hanno costruito ospedali in tempo record. Già in Italia per far fronte a questa eventuale esigenza si sono cominciati ad allestire alcuni ospedali da campo, a Padova e davanti allo Spallanzani di Roma.

Sembra uno scenario apocalittico o da guerra, ma assolutamente verosimile che per essere scongiurato necessita l’adozione di misure di contenimento. Pertanto, pur con i loro limiti, sono inevitabili nelle aree di contagio, dove sono presenti focolai epidemici, le limitazioni agli spostamenti, la chiusura delle scuole, degli uffici e dei locali pubblici e dei luoghi di assembramento. Anche se queste misure non sono efficaci al cento per cento, sono comunque fondamentali se non per evitare almeno per rallentare il contagio.

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Di conseguenza, così come noi tentiamo di difenderci del nostro territorio, lo stesso fanno gli altri Paesi con il loro, limitando i viaggi e i contatti con i Paesi dove sono in corso delle epidemie, dunque dopo la Cina, da cui è partito il coronavirus, e la Corea del Sud, che è il secondo Paese con più contagi, tocca all’Italia. Sulla carta, infatti, siamo noi il terzo Paese al mondo per numero di casi di Covid-19, come è chiamata la malattia causata dal virus, il cui nome ufficiale è Sars-Cov-2.

Quindi, gli Stati Uniti, sebbene non abbiano chiuso i collegamenti con l’Italia, hanno elevato a livello 3 l’allerta nei confronti del nostro Paese e sconsigliato ai propri cittadini di viaggiare in Italia se non strettamente necessario. Ecco cosa bisogna sapere.

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Milano, PIazza Duomo (iStock)

Le limitazioni dagli Usa

Dopo il respingimento dei viaggiatori italiani in diversi Paesi e i voli per l’Italia cancellati da diverse compagnie aeree, gli Stati Uniti sconsigliano ai loro cittadini di recarsi in Italia, limitando i viaggi a quelli strettamente necessari. Una batosta per il nostro Paese, ma una misura di protezione per evitare il contagio da coronavirus a causa dell’epidemia che sta coinvolgendo tre regioni settentrionali: Lombardia, la più colpita, Veneto ed Emilia Romagna.

Sono giorni di sacrifici, limitazioni negli spostamenti, chiusura di scuole e luoghi pubblici, con intere cittadine in quarantena. Misure inevitabili per contenere la diffusione di una malattia che se è generalmente curabile in caso di elevato numero di contagi può diventare molto pericolosa e non consentire adeguate cure per i pazienti più gravi, con il rischio di aumentare i decessi.

Per questo motivo alcune limitazioni, sebbene drastiche, sono inevitabili. Sono comunque limitate nel tempo, visto che il tempo di incubazione della malattia è di 14 giorni, il tempo necessario alla quarantena.

A causa dell’emergenza di coronavirus, il Dipartimento di Stato americano ha elevato al livello 3 l’allerta nei confronti dell’Italia, come già avvenuto per la Corea del Sud, sconsigliando ai cittadini americani i viaggi nel nostro Paese se non strettamente necessari.

In ogni caso, gli americani che partissero comunque per l’Italia dovranno attenesi alle linee guida emanate dalle autorità sanitarie statunitensi per la prevenzione del Covid-19.

L’innalzamento del livello di allerta per l’Italia da 2 a 3 è stato deciso dal Dipartimento di Stato in base alla valutazione fatta dai Centers for Diseases Control (CDC) di Atlanta, la massima autorità sanitaria federale statunitense. La decisione è “oggettiva, obbligata e temporanea”, spiegano dal Dipartimento di Stato Usa, e la sua adozione dipende dalla diffusione in Italia del coronavirus, di cui non si conosce “come e dove” alcune persone siano state infettate.

In ogni caso, non ha conseguenze per chi viaggia dall’Italia verso gli Stati Uniti. Le frontiere agli italiani sono ancora aperte e i voli sono ancora operativi.

Per ulteriori informazioni: https://travel.state.gov/content/travel/en/traveladvisories/traveladvisories/italy-travel-advisory.html

(Fonte: Getty Images)
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