Usa Iran | ucciso il generale Soleimani | Il Pentagono “Era pericoloso”

È crisi diplomatica profonda nei rapporti Usa Iran, che raggiungono i minimi storici in epoca recente per via dell’eliminazione del controverso Soleimani.

USA Iran Qassem Soleimani
Ucciso il generale Qassem Soleimani e ora incombe una crisi nei rapporti USA Iran FOTO viagginews

I rapporti Usa Iran sono ai minimi storici da anni, dopo l’attacco voluto dal presidente statunitense Donald Trump nei pressi dell’aeroporto di Baghdad, in Irag. Qui sono morte 8 persone, tra le quali Qassem Soleimani, alto generale dell’esercito iraniano e che nell’organigramma militare di Teheran rivestiva un ruolo di rilievo.

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La dura reazione dell’ayatollah Khamenei non si è fatta attendere, con un appello alla Repubblica Islamica dell’Iran ad ottenere la meritata vendetta. Reazione che però non ha scomposto gli Stati Uniti. E mentre anche Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, parla di atto sconsiderato che sfocia nel terrorismo, il Pentagono fa sapere che proteggerà gli interessi degli americani. Aggiunge inoltre che il generale “mirava a colpire diplomatici statunitensi”. Soleimani presiedeva il comando dell brigate al Quds, un movimento armato di chiara matrice jihadista ed anti-occidentale, molto vicina agli Hezbollah del Libano, da anni considerati dagli Usa una spina nel fianco.

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USA Iran, l’uccisione del generale Soleimani apre una crisi diplomatica

Era insomma un soggetto pericoloso e che andava eliminato. Essendo avvenuto in Iraq, questo colpo molto probabilmente potrebbe avere avuto anche la diretta collaborazione dei locali scontenti della presenza iraniana e sciita nel proprio Paese. Ovviamente Soleimani era anche molto vicino all’ayatollah Khamenei. Nell’operazione è morto anche Abu Mahndi al-Muhandis, numero due delle Forze di mobilitazione popolare. Si tratta della coalizione composta da paramilitari sciite nettamente schierate con l’Iran e che sono presenti in maniera massiccia in Iraq, al punto da sembrare ai locali quasi una forza ingerente. La reazione di Trump a quanto accaduto la dice lunga. Nessuna parola scelta dal presidente americano su Twitter. A qualsiasi pensiero, il magnate, entrato nel suo ultimo anno di mandato, ha postato una bandiera a stelle e strisce.

Biden e la Warren criticano Trump

Ad ogni modo Trump ha ricevuto critiche anche in patria per questo passo non votato dal Congresso, come da prassi consueta. Joe Biden, ex di Obama nel precedente mandato presidenziale ed attuale candidato alla Casa Bianca per i Democratici, ha definito il tutto come un gesto scellerato. “Il presidente Trump ha buttato altra dinamite all’interno di una polveriera”. Dello stesso tenore è anche l’altra candidata democratica, Elizabeth Warren. Quest’ultima, pur riconoscendo in Soleimani un “assassino spietato e responsabile della morte di migliaia di persone, tra cui tanti americani”, ribadisce anche come la sua uccisione sia stata frutto di una mossa troppo avventata. “Una guerra USA Iran va assolutamente evitata”. Invece il segretario di Stato americano, Mike Pompeo è di tutt’altro tenore.

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“L’America ha aperto le porte dell’inferno”

L’alto funzionario USA scrive su Twitter che “gli iracheni stanno festeggiando in strada per la libertà e per il fatto che il generale Soleimani non sia più vivo”. Il tutto accompagnando anche un video a tali parole. Ma ora è soprattutto Israele a temere rappresaglie ed a stare all’erta. Anche Tel Aviv riteneva Soleimani pericoloso, per via della sua vicinanza non solo agli Hezbollah ma anche a Hamas e alla Jihad islamica fondamentalista che agisce a Gaza ed in Siria. Proprio i fanatici islamici hanno fatto sentire la loro voce, con una nota in cui si parla di “Stati Uniti che hanno spalancato le porte dell’inferno”. Ripercussioni infine si riscontrano anche sul piano economico. L’attacco all’aeroporto di Baghdad e l’uccisione di Soleimani hanno portato ad un aumento del prezzo del petrolio. Il Wti raggiunge il suo livello più alto da settembre 2019 ed il Brent sale del 3,5%.

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