Ylenia Carrisi, chi è: vita, scomparsa e misteri sulla figlia di Al Bano e Romina

Nonostante i tanti anni trascorsi dalla sua scomparsa, di Ylenia Carrisi si continua a parlare ancor oggi. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lei.  

Ylenia Carrisi è stata un personaggio televisivo e una showgirl italiana, nota soprattutto in quanto figlia di Al Bano e Romina Power. E’ venuta alla ribalta delle cronache per la sua misteriosa scomparsa: una vicenda drammatica e tuttora irrisolta. Ripercorriamo insieme la storia di questa bellissima quanto sfortunata ragazza.

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Ritratto di Ylenia Carrisi

Ylenia Maria Sole Carrisi, meglio nota semplicemente come Ylenia Carrisi, è nata a Roma il 29 novembre 1970, figlia primogenita di Al Bano e Romina Power. Televisivamente viene ricordata soprattutto nel ruolo di valletta della prima edizione (1989) del telequiz La ruota della fortuna, condotto da Mike Bongiorno su Canale 5. Nel 1983 recitò inoltre una parte nel film Champagne in paradiso di Aldo Grimaldi con protagonisti i suoi genitori. E nel 1987 esordì come cantante in duetto con la madre nel brano Abbi fede dell’album Libertà!

Mentre frequentava un corso di letteratura presso il King’s College di Londra, Ylenia iniziò a coltivare il sogno di girare il mondo in solitaria, munita solo di uno zaino e del suo diario. Nel luglio del 1993, appena rientrata a Roma dal primo viaggio a New Orleans, disse al padre che a ottobre sarebbe partita per il Belize perché voleva scrivere un libro sugli artisti di strada e i senzatetto: quella era infatti la zona da dove partivano gli artisti di strada per andare a New Orleans.

Ylenia decise quindi di prendersi una pausa dagli studi e vendette tutto quel che possedeva per finanziare l’agognato viaggio, iniziando con il Sudamerica. Qualche settimana dopo la sua partenza, nel periodo natalizio, il fratello minore Yari decise di raggiungerla per farle una sorpresa. Arrivò in Belize, dove la sorella alloggiava, ma scoprì di essere arrivato con “24 ore di ritardo”: Ylenia si era già diretta a New Orleans, città in cui sarebbe misteriosamente scomparsa qualche giorno dopo.

Il mistero della scomparsa

L’ultimo contatto di Ylenia con la famiglia risale al 1º gennaio 1994 (31 dicembre 1993 in Louisiana a causa del fuso orario): una chiamata partita dal telefono del LeDale Hotel di New Orleans, presso il quale era arrivata il 31 dicembre 1993. Quella telefonata si sarebbe svolta in modo del tutto tranquillo: Ylenia parlò con la madre Romina e forse con altri membri della famiglia. La chiamata del giorno precedente, invece, si era conclusa bruscamente nel corso di una discussione con il padre, contrariato dal fatto che la figlia si trovasse nuovamente a New Orleans, città nella quale circa sei mesi prima Ylenia aveva conosciuto il trombettista di strada Alexander Masakela, il quale aveva destato forti sospetti nei genitori della ragazza; proprio lui fu infatti il primo accusato della sua scomparsa.

Masakela (che aveva avuto precedenti per droga e abusi sessuali ed era conosciuto come un guru) e Ylenia alloggiarono nella stessa stanza del LeDale Hotel (ora chiuso), ma lui non denunciò mai la sua assenza. In seguito dichiarò che avevano dormito in letti separati durante la permanenza in hotel e che Ylenia rifiutò di avere rapporti sessuali con lui, nonostante le sue insistenze. Ylenia sembrava essere affascinata da quell’uomo, tanto da chiamarlo “il mio maestro” e da affermare che le aveva aperto “orizzonti intellettuali completamente nuovi”. La ragazza fu vista per l’ultima volta in hotel il 6 gennaio 1994, mentre Masakela vi rimase fino al 14 gennaio, quando mostrò al personale dell’hotel il passaporto della Carrisi e tentò di saldare il conto usando i suoi assegni turistici.

Fu allora che partì la prima segnalazione alla Polizia e, quindi, ebbero inizio le ricerche. Masakela fu arrestato il 31 gennaio, ma rilasciato dopo meno di due settimane per mancanza di prove; poi “scomparve” anche lui, dileguandosi da New Orleans e lasciando la famiglia di Ylenia in uno stato di profonda angoscia. Romina si è sempre detta convinta che Masakela aveva fatto sparire sua figlia facendola entrare in un giro sporco simile alla “tratta delle bianche”, probabilmente dopo averla drogata e segregata. La testimonianza considerata più attendibile è però quella di Albert Cordova, guardiano notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas, il quale raccontò di aver visto il 6 gennaio 1994 alle 23:30 circa una ragazza bionda gettarsi nel Mississippi.

Sebbene nessuno dei corpi ritrovati nel Mississippi nei mesi seguenti sia stato identificato come quello di Ylenia, le autorità di New Orleans sono giunte alla conclusione che la ragazza sia sparita in quel mondo e anche Al Bano ha sempre dichiarato di credere al racconto del guardiano. In particolare, sarebbe stata una frase a lei attribuita da quest’ultimo, “io appartengo alle acque”, a convincere il cantante che la ragazza da lui descritta era proprio Ylenia perché quella era la frase che pronunciava sempre da bambina quando si tuffava. Anche la dinamica dell’incidente ricostruita da Cordova convinse subito Al Bano: come racconta nella sua autobiografia, infatti, alcuni mesi prima Ylenia aveva già rischiato la vita per colpa di Masakela, gettandosi nel Mississippi sotto l’effetto della marijuana, ma in quell’occasione riuscì a salvarsi.

Secondo Al Bano fu proprio la droga a trascinare la figlia nell’abisso che ha portato alla sua scomparsa. Secondo Romina e gran parte del resto della famiglia, invece, Ylenia è ancora in vita, o comunque non è morta nel Mississippi. Nel 2011 sul settimanale tedesco Freizeit Revue è però uscita un’intervista al Capo della Polizia di New Orleans, secondo cui Ylenia sarebbe viva e si troverebbe a Sant’Anthony, un convento greco-ortodosso di Phoenix, in Arizona. Rivelazione subito bocciata da Al Bano come una “vergognosa speculazione” da parte dell’ennesimo mezzo d’informazione disposto a montare bufale sull’argomento pur di vendere copie o fare ascolti.

C’è poi la versione di un detective esperto di cold case, Dennis Haley, secondo cui l’assassino seriale Keith Hunter Jesperson (noto come Happy Face Killer), canadese, condannato a tre ergastoli in Oregon, avrebbe riconosciuto la foto di Ylenia, sostenendo che fosse una delle sue vittime, una giovane donna mai identificata e che si faceva chiamare Suzanne (stesso nome usato da Ylenia), Suzy o Susan. Jesperson l’avrebbe aggredita e uccisa mentre faceva l’autostop nei pressi di una stazione di servizio a Tampa. Le autorità della Florida hanno disposto il test del DNA sui resti, che ha dato però esito negativo. Romina ha chiesto invece il silenzio stampa sulla vicenda.

Nel gennaio 2013, infine, Al Bano ha presentato al Tribunale di Brindisi istanza di dichiarazione di morte presunta di Ylenia: una decsione che ha lasciato Romina “profondamente amareggiata”. La morte presunta di Ylenia in data 31 dicembre 1993 è stata dichiarata il 1º dicembre 2014 con sentenza del suddetto Tribunale. Ma a parere di molti la conclusione di questa drammatica vicenda è ancora tutta da scrivere.

EDS

 

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