Piattaforma Rousseau, le criticità: hacking e voto non certificato

Piattaforma RousseauIl Governo Conte Bis verrà stabilito in ultima istanza dalla decisione degli iscritti al Movimento 5 Stelle attraverso il voto sulla Piattaforma Rousseau. In questi anni, però, sono emerse diverse criticità che lasciano dubbi sulla validità di questa scelta.

Al termine delle consultazioni si capirà se ci sono i presupposti per creare un Governo Conte Bis, ma prima che si possa procedere con il conferimento dell’incarico bisognerà attendere anche il risultato delle votazioni sulla piattaforma Rousseau. Ad annunciare il ricorso al volere degli iscritti al Movimento 5 Stelle è stato il leader Luigi Di Maio, deciso a rispettare la decisione dei cittadini che lo compongono anche a costo di andare ad elezioni anticipate e perdere il posto nella maggioranza. Non tutti i deputati del M5S sono stati contenti di questa decisione, in molti infatti ritengono la decisione troppo delicata per essere affidata ad uno strumento di voto online che in passato è stato non affidabile al 100%.

L’ultima volta che il Movimento 5 Stelle ha fatto ricorso alla votazione sulla piattaforma di Davide Casaleggio è stato nel febbraio scorso, quando è stato chiesto agli iscritti di decidere se concedere a Matteo Salvini l’immunità per il caso Diciotti. In quella occasione gli iscritti si sono espressi in favore dell’immunità al ministro dell’Interno.

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Le criticità della piattaforma Rousseau: privacy e certificazione del voto

Il voto sulla piattaforma Rousseau presenta una doppia criticità, la prima di carattere personale, ovvero la possibilità che venga violata la vostra privacy, la seconda di carattere funzionale, ovvero l’incertezza sulla correttezza del voto. Per quanto riguarda il primo aspetto in passato la piattaforma è stata “bucata” dagli hacker in più occasioni: il caso più famoso è quello risalente al 6 settembre, quando l’hacker Rougue_0 ha pubblicato dati personali (mail e password) riguardanti Di Maio e alcuni ministri sul sito ‘Privatebin‘.

Il secondo aspetto riguarda la validità della votazione. I dubbi sono legati al fatto che la piattaforma Rouasseau è gestita da un’azienda privata e che su oltre 70 votazioni è stata garantita la certificazione del voto solo in due casi: alle Quirinarie 2013 e all’approvazione del “Non Statuto”. In mancanza della certificazione del voto chi assicura che il volere degli iscritti sia rispettato? Senza un controllo esterno, infatti, nessuno può assicurare che non ci siano state delle manipolazioni.

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