In una recente intervista Valeria Marini ha difeso l’amica Pamela Prati dalle accuse dicendo di credere alla sua versione dei fatti, poi ha svelato che hanno provato ad ingannare anche lei.
La copertura mediatica sul Prati Gate si è (fortunatamente) conclusa, ma la vicenda è tutt’altro che chiarita. Le tre protagoniste del caso di gossip dell’anno hanno infatti dato tre versioni differenti dell’accaduto e si sono accusate a vicenda. Inoltre nei prossimi mesi usciranno libri e film (a cura di Eliana Michelazzo e di Pamela Prati)che ripercorreranno i mesi di dichiarazioni, rivelazioni e smentite.
Dopo aver smentito per mesi che Mark Caltagirone fosse un personaggio inventato, Pamela Prati ha confessato di essere stata ingannata e di aver creduto a lungo che l’uomo esistesse davvero. L’ex star del Bagaglino sostiene di essere stata plagiata e di averlo compreso solo dopo l’annullamento del matrimonio. C’è chi non le crede, ma dalla sua parte si schiera Valeria Marini, la quale non ha mai messo in dubbio la versione dei fatti dell’amica.
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Valeria Marini difende Pamela Prati: “Ci hanno provato anche con me”
Intervistata da Novella 2000, Valeria Marini torna a parlare del caso Mark Caltagirone e si dice sicura che Pamela Prati non abbia mentito: “Io le credo. Io ritengo giusto che si salvi da tutto quel fango che le è stato buttato addosso. Pamela non ha saputo sottrarsi da quel plagio al momento in cui si è resa conto che qualcosa non andava”. Insomma per lei non esiste il minimo dubbio che qualche responsabilità possa essere anche dell’ex collega del Bagaglino (di cui è amica da diversi anni).
In un secondo momento spiega anche il motivo per cui è certa che la colpa è delle due agenti e non di Pamela, rivelando di essere stata contattata anche lei: “È capitato anche a me, e con le stesse persone. Anche con me hanno parlato di fidanzati, di qualcuno che avrei potuto conoscere. Io sono una donna forte, non ci sono caduta, ma se avessi avuto un momento di debolezza, chissà… Certe persone sanno quando affondare i propri artigli nelle righe della fragilità umana”.
