Crisi di governo, il premier Giuseppe Conte ha ricevuto Salvini a Palazzo Chigi: cosa sta accadendo, cronaca di una giornata di tensione.
Sono state ore di attesa per le sorti dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: prospettata più volte, la crisi di governo oggi è sembrata più che mai vicina, per poi divenire ben più che una supposizione prima di sera. Nel pomeriggio, è arrivata la nota della Lega: “L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani”. Al comunicato hanno replicato i 5 Stelle: “La nota della Lega è incomprensibile. Dicano chiaramente cosa vogliono fare. Siano chiari”.
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Pomeriggio di trattative: verso la crisi di governo e le dimissioni di Conte?
Nel giro di pochi minuti, Palazzo Chigi è entrato in fibrillazione: prima l’arrivo di Matteo Salvini, che ha presenziato a un vertice con Giuseppe Conte durato oltre un’ora. Subito dopo, anche il vicepremier e leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, è giunto a Palazzo Chigi. Ma non ha partecipato al vertice, come chiarito dai suoi collaboratori. Nel frattempo, al Quirinale – che prima aveva ricevuto il premier Conte – è giunto il presidente della Camera, Roberto Fico. A quanto pare, per comunicazioni da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha firmato il decreto sicurezza, ma ha puntualizzato alcune sue riserve.
Intanto dalle opposizioni attaccavano, sfruttando i social. Prima Andrea Orlando sottolineava: “Le regole istituzionali sono ridotte al ridicolo. I pericoli per la democrazia, in questo momento, non vengono dal rischio di svolte autoritarie o da recrudescenze fasciste. Ma dalla democrazia ridotta a farsa. Occorre reagire con determinazione”. Poi arrivava l’attacco dell’ex premier Matteo Renzi: “Io dico che questa pagliacciata sulla pelle del Paese ha stancato. Dovrebbero dimettersi tutti e tre: Salvini, Di Maio e il Premier se qualcuno si ricorda di avvisarlo”. Poco dopo le 18.00, terminava l’incontro tra Conte e Salvini, qualche minuto dopo il responsabile del Viminale lasciava Palazzo Chigi, non prima di essersi intrattenuto qualche minuto al telefono.
