Federico Ruffo, dopo l’attentato l’accusa al giornalista: “Era d’accordo coi tifosi”

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Il giornalista d’inchiesta di Report è stato accusato di aver architettato un complotto con la stampa e la tifoseria del Napoli per creare un clima di odio nei confronti della Juve.

“Tifo Juve ma pensano che abbiamo organizzato tutto coi tifosi del Napoli”. Così ha detto Federico Ruffo ieri mattina ad Agorà su Rai3, raccontando tutto il suo malessere per il clima d’odio che si è creato intorno a lui e alla trasmissione per cui lavora. Dopo essere stato vittima di un atto intimidatorio a casa sua qualche giorno fa, il reporter è stato accusato da più parti di aver architettato un complotto con la stampa e la tifoseria del Napoli per creare un clima d’odio nei confronti della Juventus, visto che qualche settimana fa è andata in onda un’inchiesta sul rapporto tra la curva del club bianconero, alcuni manager e ambienti malavitosi legati alla ‘ndrangheta.

La battaglia di Federico Ruffo

“Non è più nulla come prima – ha ammesso – . Ogni volta che squilla il telefono e quando mia madre mi chiama per sapere che il cane deve mangiare ma quando non risponde diventa…”. Ruffo ha poi spiegato che “abbiamo mandato delle clip, delle pillole ad inizio stagione perché non abbiamo tempo a Report di curare la promozione delle puntate e questo ha scatenato una campagna d’odio che è cresciuta. Sono arrivate minacce e accuse di ogni genere”. E il bersaglio è stato ovviamente lui. “Io sono juventino da una vita e sono di origini calabresi – ha chiarito Ruffo -, ho ereditato questa passione da mio nonno ma mi è capitato di tutto: mi hanno detto che mi sono inventato tutto per accreditarmi rispetto alla Juventus, che era un luogo comune per dire che gli juventini sono tutti meridionali…ne ho sentito di ogni”.

Va da sé che questo clima di intimidazioni, minacce e accuse pesantissime sta minando la serenità di un professionista che ora ha paura anche di rispondere al telefono quando lo chiamano i suoi affetti più cari, non sapendo a cosa possano andare incontro loro e lui stesso. Ruffo però non si arrende. E ha già annunciato querela contro tuttojuve.net dopo la pubblicazione di un articolo intitolato: “Non credo ad una sola parola di Federico Ruffo”. Resta l’amara considerazione che, invece di far riflette l’opinione pubblica sul tema delle infiltrazioni criminali nel mondo dello sport, la sua inchiesta ha purtroppo suscitato i peggiori istinti di tifoseria, come troppo spesso accade da qualche tempo a questa parte in Italia.

EDS

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