Matteo Salvini “Alla Lavagna” interrogato dai bambini: “Io razzista? No, tutt’altro”

(Websource / archivio)

Il vicepremier e ministro dell’Interno questa sera ha risposto alle domande di 18 bambini, tutti di età compresa fra 8 e 12 anni. Tra gli argomenti affrontati, politica, immigrazione e razzismo.

Matteo Salvini ha messo momentaneamente da parte l’impegno in politica (e le dispute post-rottura con Elisa Isoardi) per tornare fra i banchi di scuola, primo ospite della nuova serie Alla Lavagna su Rai 3. Il noto vicepremier leghista è stato infatti protagonista del format che lo ha visto alle prese con un gruppo di 18 bambini. Il ministro dell’Interno ha incontrato i piccoli allievi di una scuola elementare – tutti di età compresa tra 9 e 12 anni – per rispondere alle loro domande, dando vita a un’intervista senza filtri alla scoperta di politica, gossip e curiosità.

Le risposte di Salvini tra politica e vita privata

In aula con Salvini si è parlato di politica, razzismo e immigrazione, tre temi che di recente hanno fatto discutere e sui quali l’attuale vicepremier si è mostrato pronto a fare chiarezza. Il leader leghista ha raccontato che da piccolo sognava di fare il calciatore, poi “è andata come è andata, ho smesso di giocare a pallone e ho fatto altro”. E ha invitato i piccoli a “crescere curiosi”, a “leggere tanto” e “non fidarsi mai di una sola persona”, anche se “qualche bugia scappa”. Ha spiegato che ha voluto istituire il ministero della famiglia “per aiutare le famiglie italiane a fare più figli”. E spiegato che per contrastare il bullismo in classe bisogna “educare al rispetto”.

Ma si è anche soffermato sulla sua vita privata e sulle sue passioni, a partire da quella per il Milan, con un focus sui legami affettivi (“una cosa che non farei mai è tradire la fiducia di un amico”) sulla famiglia e su come i suoi figli (“la televisione la guardo solo per i cartoni animati con loro”) stanno vivendo questo periodo di grande popolarità (“Mio figlio mi ha detto: papà, non avvicinarti a meno di tre chilometri dalla mia scuola”). E ha confidato che non è una persona che “non ha paura” ma “curiosità, a volte tensione, preoccupazione” perché “magari nel mio lavoro devo prendere decisioni in un minuto”. E “chi urla non è sempre cattivo” e “non sempre la forma è sostanza”.

Tra le domande più interessanti che i 18 bambini hanno posto a Salvini, ci sono state quelle relative alle accuse di razzismo, sulle quali il vicepremier ha voluto far chiarezza una volta per tutte. “Molti dicono che lei è razzista, ma lei pensa davvero di esserlo?”, ha chiesto la piccola Sofia. “No, tutt’altro”, ha risposto con certezza il ministro dell’Interno, respingendo senza ombra di dubbio questa etichetta. Ma “io voglio che tutti rispettino regole”. Ha chiarito che ora, diversamente dal passato, è “accolto bene” e si sente “a casa” anche nelle regioni del sud. E, a proposito bandiere, se una volta diceva che non amava quella italiana, oggi Salvini si dice impegnato a “dare onore e lustro alla bandiera italiana e far sentire gli italiani orgogliosi di quello che erano e possono tornare a essere”, anche se “è bello avere tante bandiere nel cuore”.

EDS

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