Il sindaco di Mont Saint-Michel contro i pellegrini: consumano l’acqua

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Mont Saint-Michel (iStock)

Il sindaco di Mont Saint-Michel contro i pellegrini che raggiungono a piedi il borgo: consumano tutta l’acqua potabile.

Mont Saint-Michel è l’incantevole borgo francese che sorge su un isolotto roccioso al largo della costa della Normandia, sulla naia dove sfocia il fiume Couesnon, ed è collegato alla terraferma da un lungo istmo sabbioso che emerge solo con la bassa marea ed è invece sommerso quando l’acqua sale, isolando il borgo.

Il borgo di Mont Saint-Michel è un luogo unico al mondo, di una bellezza straordinaria, riconosciuto non a caso Patrimonio dell’Umanità Unesco. Sulla sommità dell’isolotto sorge l’imponente abbazia benedettina fondata nel X secolo, successivamente completata in stile romanico e gotico e dedicata al culto di San Michele Arcangelo. Attorno all’abbazia si è sviluppato il centro abitato fortificato. L’abbazia di Mont Saint-Michel fa parte della linea di San Michele, i santuari dedicati a San Michele Arcangelo, dall’Irlanda alla Terra Santa, posti lungo la stessa linea. Davanti alle coste della Cornovaglia sorge l’isolotto di St Michael’s Mount, anch’esso collegato alla terraferma in presenza della bassa marea, con un’abbazia, fondata dai benedettini e dedicata sempre a Michele Arcangelo, successivamente trasformata in castello. L’isolotto, tuttavia, è molto più piccolo di Mont Saint-Michel.

Il pittoresco borgo al largo della Normandia è assurto agli onori delle cronache in questi giorni a causa di un problema ormai comune a molte ambite destinazioni di viaggio: i danni del turismo di massa. Il problema viene soprattutto dai pellegrini e da tutti coloro che scelgono di raggiungere l’isolotto a piedi, quando c”è la bassa marea, camminando scalzi sull’istmo sabbioso e fangoso. Il guaio è quando arrivano a destinazione.

Mont Saint-Michel (iStock)

Il sindaco di Mont Saint-Michel contro i pellegrini

Mont Saint-Michel come Barcellona, Venezia e Santorini. Il turismo di massa sta impattando in modo pesante sulle città d’arte, i borghi storici le meraviglie naturali rischiando di comprometterne l’integrità, danneggiare la loro fragile bellezza o prosciugarne le risorse, creando parecchi disagi ai residenti.

La bellissima isola santuario di Mont Saint-Michel è visitata ogni anno da 3,5 milioni di turisti. Un afflusso davvero imponente. Ma il problema sollevato dal sindaco del borgo, Yann Galton, riguarda una particolare categoria di visitatori: i pellegrini che decidono di raggiungere il borgo a piedi scalzi, percorrendo la lunga striscia di sabbia e fango che si forma con la bassa marea, per lavarsi poi alle fontane dell’acqua pubblica poste all’inizio della strada che sale verso l’abbazia.

Un’abitudine che sta causando dei grossi problemi al piccolo borgo, abitato da appena 32 persone, che a causa del numero imponente di visitatori e pellegrini si trova a consumare da qualche anno una quantità spropositata di acqua potabile. Così il sindaco ha deciso di intervenire per porre un freno a questo consumo spropositato.

I pellegrini che raggiungono Mont Saint-Michel a piedi, lungo l’istmo sabbioso e poi si lavano via la sabbia da piedi e polpacci con l’acqua delle fontane “consumano un milione di litri all’anno, non ce lo possiamo permettere”. Ha lanciato l’allarme il sindaco Galton. “Quando attraversavo la baia da bambino – ha aggiunto il sindaco -, i piedi li lavavo nel Couesnon”, il fiume che sfocia nella baia di Mont Saint-Michel.

Più di un milione di litri di acqua pubblica consumata in un anno è un esborso davvero eccessivo per un comune piccolo come quello di Mont Saint-Michel, che occupa una superficie di appena 24 km quadrati per soli 32 abitanti. Il sindaco ha precisato che il comune non è ricco. La tassa di soggiorno va alla alla Communité d’Agglomeration, l’unione di comuni di cui fa parte Mont Saint-Michel e che comprende circa 80 comuni per 80.000 abitanti.

Mont Saint-Michel dall’alto, prima della passerella (Wikipedia, pubblico dominio)

Da quando hanno tolto i parcheggi dalla spianata sotto l’abbazia, in fondo alla strada (anche questa presente solo con la bassa marea), il piccolo comune ha perso una importante fonte di incasso. Dal 2014, infatti, è stata eliminata la vecchia strada costruita sopra l’istmo, che formava di fatto una diga che stava accumulando sabbia tra l’isolotto e la terraferma, con il rischio di impedire alla marea di ricoprire l’area e creare così un collegamento emerso permanente con la terraferma. Eliminando la strada asfaltata, è stata costruita una passerella che collega la terraferma a Mont Saint-Michel, senza impedire il normale flusso delle maree. La passerella è percorribile solo da pedoni e bus navette.

Insomma, per il piccolo borgo non è un problema di poco conto. Il sindaco ha anche pensato di installare dei contatori sui rubinetti, in modo da addebitare i costi alle guide. Una soluzione che tuttavia si è rivelata poco pratica, così l’unico rimedio è stato quello di ridurre la pressione d’uscita dell’acqua dalle fontane.

Un provvedimento tampone che comunque non è sufficiente. “Tra le spese di manutenzione di strade e viuzze, e i quattro vigli urbani – a carico di 32 abitanti, un rapporto che neanche a Marsiglia – non ci si può permettere il lusso di offrire l’acqua ai pellegrini”, ha sottolineato il sindaco di Mont Saint-Michel, che nel frattempo ha contattato il ministro dell’ambiente Nicolas Hulot per trovare una soluzione. Chissà, forse facendo lavare i piedi ai pellegrini nel fiume Couesnon come una volta.

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A cura di Valeria Bellagamba

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