Onlus dedicata a Federico Zini, 25enne che uccise Elisa Amato: scoppia la polemica

Federico Zini
Elisa Amato e Federico Zini (Facebook)

L’idea di creare la fondazione onlus dedicata a Federico Zini, 25enne che due mesi fa uccise l’ex fidanzata Elisa Amato a Prato ha destato polemiche e indignazione.

Il padre di Federico Zini, Maurizio, ha deciso di intitolare una fondazione onlus in memoria del figlio. L’obiettivo dichiarato della onlus è di raccogliere fondi per combattere la violenza di genere ma, per quanto possa essere un’idea nobile nell’intento, il genitore sembra non aver riflettuto sulle conseguenze che tale gesto avrebbe causato nell’opinione pubblica ma, soprattutto, nel sentimento della famiglia di Elisa Amato, uccisa per mano del 25enne. Due mesi fa, infatti, il calciatore 25enne Federico Zini si recò a casa della sua ex fidanzata Elisa Amato e la uccise per poi suicidarsi a sua volta. La ragazza aveva da tempo raccontato di essere vittima di persecuzione e di comportamenti ossessivi da parte dell’ex fidanzato, che aveva appunto lasciato per questo motivo.

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La fondazione onlus Federico Zini per combattere la violenza di genere: petizioni per impedirne la nascita

Maurizio Zini ha deciso di intitolare una fondazione onlus a suo figlio per combattere la violenza di genere ma, questo ha scatenato una quantità di indignazione e di polemica di proporzioni enormi. Il ragazzo, infatti, si è macchiato di omicidio proprio contro l’ex fidanzata Elisa Amato e tantissime sono state le petizioni per impedire che l’onlus vedesse la luce.

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Viola Erbucci, carissima amica di Elisa, ha deciso di organizzare una raccolta firme per impedire alla fondazione di crearsi: ”Ringrazio l’ex-assessore di San Miniato per l’appoggio e le persone che mi stanno aiutando a far partire questa petizione. Questo è un primo passo per contrastare una situazione alquanto sgradevole e poco educativa nei confronti di ognuno di noi, come persone, come cittadini, come madri, padri, figli, nonni, come persone che hanno subito atti di violenza, o persone vicine alle vittime. Una fondazione del genere non può portare il nome di uno dei carnefici che ha stroncato la vita ad una ragazza che l’aveva ancora tutta davanti. Portandosela via senza alcun motivo e distruggendo una famiglia dal dolore, assieme a tutte le persone che l’amavano. Firmiamo tutti e uniamo le nostre forze per far sì che questa oscenità non vada avanti”, ha postato sul proprio profilo Facebook l’amica di Elisa. La petizione è stata aperta col titolo: “No al nome di F. Zini su una fondazione anti violenza” sul sito Buonacausa.org ma, l’amica, non è stata l’unica a parlare della vicenda.

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Qualche settimana prima dell’idea della onlus Maurizio Zini aveva, inoltre, scritto su Facebook: “Arriverà il nostro momento, parleremo di questa tragedia con epilogo conclamato e di come si sia arrivati a questo e perché. Noi abbiamo già confrontato alcune testimonianze, video e foto che certificano con chiarezza quanto a tempo debito faremo e diremo. […] Perché nessuno dice come e dove è cominciata questa relazione? Come è possibile che un ragazzo benvoluto compia un simile gesto? Noi sappiamo bene chi era mio figlio e abbiamo elementi certi che rendono chiara questa situazione”. La sorella di Elisa, Elena, ha commentato l’idea della fondazione dicendo che il padre di Federico non li aveva avvertiti della fondazione esattamente come alle scuse fatte alla famiglia pubblicamente, non ha fatto seguire parole di cordoglio in privato.

Marta Colanera

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