Inno di Mameli, testo completo e significato di Fratelli d’Italia

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Inno di Mameli, Fratelli d’Italia, il Canto degli Italiani, è l’Inno d’Italia. Il testo completo e la spiegazione del significato

Il ritornello lo si conosce bene e anche la prima strofa si canticchia per lo più senza esitazioni con la mano sul cuore. Ma l’Inno di Mameli è ben più lungo della prima strofa – sono sei – ed in pochi lo conoscono. In occasione di Feste ufficiali, come la Festa della Repubblica (qui le origini della Festa), viene suonato per intero, altrimenti ci si accontenta della prima strofa

Ma qual è il significato delle parole dell’Inno di Mameli? Il giovanissimo Goffredo Mameli, patriota e studente, mette nero su bianco quelle aspirazioni di unità, in pochi versi individua i momenti topici della storia del nostro Paese, riconosce le guerre e le difficoltà, ma soprattutto riesce nelle sue parole a trasmettere quella voglia di fratellanza e quella voglia di creare un’unica patria l’Italia. Questi sentimenti animano i giovani che negli anni del Risorgimento sacrificano la propria vita per la costruzione dell’Italia. Mameli, che morirà a soli 21 anni in seguito ad un ferita di guerra, invia il testo del Canto al genovese Michele Novaro che lo musica nel 1847.

L’Inno si diffuse rapidamente diventano un simbolo del Risorgimento. Dopo le guerre e dopo che l’Italia era diventata una Repubblica Fratelli d’Italia divenne inno nazionale provvisorio. Provvisorietà che è rimasta fino al 2017 quando il Canto degli Italiani è diventato ufficialmente l’inno della Repubblica Italiana.

Fratelli d’Italia: testo completo dell’inno d’Italia

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.

Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.

Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme
Di fonderci insieme

Già l’ora suonò.

Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
L’unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?

Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il cuore, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.

Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevè, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.

Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.

Inno di Mameli: significato spiegato facile

Il canto degli Italiani, ossia Fratelli d’Italia, scritto da Goffredo Mameli è un inno carico di riferimenti storici alle vicissitudini dell’Italia per diventare un unico Paese.

SCIPIO: Mameli ha una formazione classica e il richiamo è quello di Scipione l’Africano, il vincitore di Zama. L’elmo è quello che l’Italia, pronta alla guerra indossa.

VITTORIA: La Dea della Vittoria per volere divino si offre come schiava a Roma e alla nuova Italia.

COORTE: la Patria chiama alle armi. La coorte era la decima parte della legione romana.

BANDIERA: Mameli si augura che l’Italia, nel 1848 ancora divisa in 7 stati diversi, possa essere unita ed avere quindi un’unica bandiera ed un’unica e condivisa ‘speme’ ossia speranza.

POPOLI: Mameli si riferisce al disegno politico di Mazzini e della sua Giovine Italia e Giovine Europa.

PER DIO: significa ‘attraverso Dio’, ‘con la volontà di Dio’

LEGNANO: in questa strofa Mameli ripercorre sette secoli di lotte contro i dominatori stranieri. La battaglia di Legnano del 1176 in cui la Lega Lombarda sconfigge Barbarossa.

FERRUCCIO: la difesa della Repubblica di Firenze per mano del Capitano Ferrucci contro l’esercito di Carlo V. Ferrucci, ferito e catturato, viene ucciso da un italiano mercenario al quale Ferrucci rivolge le parole d’infamia divenute poi celebri: tu uccidi un uomo già morto.

BALILLA: Balilla era il soprannome del giovane genovese Giovambattista Perasso che combattè nella rivolta contro la coalizione austro-piemontese nel 1746.

VESPRI: ogni squillo sta per ogni campana. La sera del 30 marzo 1282 tutte le campane di Palermo suonarono contemporaneamente per chiamare a raccolta il popolo contro i francesi di Carlò d’Angio. Questo episodio fu definito i Vespri siciliani.

L’AQUILA D’AUSTRIA: questo verso, in cui Mameli fa riferimento all’Austria, era stato censurato dal governo piemontese del tempo. Mameli definisce le truppe austriache delle truppe di venduti e mercenari (le spade vendute) e per questo deboli come giunchi. L’Austria insieme con la Russia (il cosacco) aveva smembrato la Polonia, ma il sangue dei popoli oppressi diventa veleno per gli oppressori che avvelena l’aquila d’austria (il simbolo degli Asburgo è per l’appunto l’aquila nera).

 

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