Avere la possibilità di prendere il caffè al bar può essere un piacere che tutti vorrebbero vivere, forse però ora può essere venuto il momento di cambiare e prenderlo a casa.
“Il mattino ha l’oro in bocca”, così diceva un proverbio che potremmo applicare anche adesso, in riferimento a come si abbia spesso poco tempo da perdere appena svegli, specialmente se si deve correre al lavoro o a scuola. È proprio per questo che si tende a considerare la possibilità di prendere il caffè al bar come un momento da dedicare innanzitutto a se stessi quando si ha meno fretta e si ha la possibilità anche di chiacchierare con qualcuno senza dover guardare costantemente l’orologio.

Certamente avremmo modo di farlo ogni giorno, anche quando si dovrebbe timbrare il cartellino, ma quasi sicuramente in quei casi la sensazione non è la stessa, visto che poi siamo costretti a sorseggiarlo e scappare via. Forse, però, questo stato d’animo potrebbe essere ora diverso a priori, anche quando siamo più liberi, ma per un motivo che può fare piacere a pochi,
Ami il caffè al bar? Un pensiero destinato a cambiare
Ma quale sarebbe il motivo che potrebbe spingerci ad apprezzare meno il caffè al bar se fino ad ora abbiamo fatto il possibile per ritagliarci un momento tutto per noi in libertà e godere quindi ancora di più del suo gusto? Apparentemente si potrebbe pensare appunto a qualcosa che potrebbe cambiare il suo sapore e renderlo meno invitante, ma la ragione è del tutto diversa.
Tutto questo è da addebitare ai costi, che stanno diventando sproporzionati un po’ in tutta Italia, a maggior ragione in un periodo come questo in cui tutti ci ritroviamo a dover prestare attenzione a quanto spendiamo e spesso a tagliare il superfluo. Non può quindi che esserci il rischio concreto che anche questa bevanda sia destinata a diventare tale.

Fino a una decina di anni fa, ad esempio, era possibile pagare una tazzina 80 centesimi, successivamente si è passati a 1 euro, anche per arrotondare la cifra, ma ora sempre più spesso si sta andando oltre. Emblematico è quanto sta accadendo presso «I dolci di Patrizio Cosi», storica pasticceria del centro di Firenze, dove si è scelto di adottare una politica che sta facendo non poco discutere e che non riguarda solamente una lievitazione del listino prezzi. O meglio, questa è avvenuta, ma con modalità particolari.
Qui il caffè al bar è venduto a 1,30 euro, per il cornetto servono 1,50 euro, numeri apparentemente nella norma, specialmente per la zona in cui ci si trova, ma con la necessità di portare piattino e tazzina al banco una volta finito di consumare. Ogni dubbio a riguardo su questa impellenza è chiarito da un cartello all’entrata, che informa i clienti sulla regola introdotta. Attenzione, se si vuole che la colazione sia servita al tavolo, con servizio completo, il prezzo è differente, il caffè sale a 2,40 euro, il cappuccino da 1,70 arriva a 3 euro, praticamente il doppio. Addirittura la toilette è a pagamento, 50 centesimi per chi non consuma, così come i bicchieri da asporto, che prevedono un piccolo sovrapprezzo.

Inevitabilmente, questa mossa non ha solo fatto discutere, ma ha anche portato il bar a perdere dei clienti, ma per ora lui non sembra intenzionato a fare dietrofront. Lui vorrebbe in questo modo incentivare il servizio al baco, spesso infatti c’è chi resta al tavolo anche per un’ora impedendo ad altre persone di sedersi, anche se evidentemente molti hanno interpretato questo con un intento diverso e stanno andando altrove.





