Dal mese di marzo verranno testati i nuovi autovelox invisibili: piccoli e facili da mimetizzare. Hanno superato gli standard di legge, ma come difendersi?
Gli autovelox sono da sempre uno strumento importante sulle strade, poiché consentono di calcolare la velocità del conducente e sanzionarlo in caso di eccessi. L’obiettivo principale, però, è pur sempre etico: ridurre quanto possibile gli incidenti stradali, spesso causati dall’alta velocità.

Come sappiamo, con il nuovo Codice della Strada, le sanzioni sono più severe, e anche un piccolo errore potrebbe costare caro al conducente puramente distratto. Ed è qui che entrano in gioco gli autovelox, tanto discussi negli ultimi mesi. Molti di questi si sono dimostrati non conformi ai limiti di legge: alcuni sono stati posizionati in zone non consentite, altri nascosti.
Ma la legge parla chiaro: l’articolo 142, comma 6-bis, stabilisce che “L’installazione di dispositivi di controllo della velocità deve essere preceduta da appositi segnali stradali che avvertono della presenza di controlli automatici di velocità, e tali dispositivi devono essere visibili e segnalati in modo tale da consentire agli automobilisti di adeguarsi alla normativa”.
Eppure, nonostante ciò, nel mese di marzo si parla dell’installazione di autovelox invisibili. Ma com’è possibile? E poi, dove verranno installati e come possiamo difenderci?
Autovelox nascosti, si parte dall’Europa: cosa dobbiamo sapere
Gli autovelox invisibili rappresentano l’ultima frontiera del controllo della velocità. A differenza dei classici dispositivi ben visibili, questi nuovi radar si mimetizzano nell’ambiente urbano, integrandosi perfettamente in elementi ‘di arredo’ come lampioni, semafori e cartelli stradali. Le loro dimensioni ridotte e il design discreto li rendono praticamente impossibili da individuare a occhio nudo, specialmente per i conducenti più distratti.

Ma la loro forza non risiede solo nell’invisibilità. Questi autovelox di ultima generazione sono dotati di sistemi di rilevamento avanzati che vanno ben oltre il semplice controllo della velocità. Grazie a sensori intelligenti e all’ausilio dell’intelligenza artificiale, possono individuare infrazioni multiple in un solo istante: dal passaggio con il semaforo rosso alla guida senza cintura, fino all’uso del telefono al volante. L’obiettivo dichiarato è migliorare la sicurezza stradale, ma il dibattito su possibili sanzioni facili con il solo scopo di far cassa, non è venuto a meno.
Attualmente, i primi test ufficiali si stanno svolgendo in Francia, con una fase sperimentale avviata a Tolosa. Nei prossimi mesi, però, il progetto prevede un’implementazione su larga scala in numerose città francesi. Se i risultati saranno positivi, non è escluso che questi dispositivi possano arrivare anche in Italia, dove il nuovo Codice della Strada ha già inasprito le sanzioni per chi supera i limiti di velocità o commette altre infrazioni. Per ora, in Francia, il loro utilizzo è perfettamente legale e conforme alle normative vigenti, ma resta da vedere se saranno accolti come un valido strumento di sicurezza o come un’ennesima trappola per automobilisti distratti.