Novità in ambito spaziale. Il mistero dell’acqua perduta di Marte: un oceano scomparso nel nulla, ecco la foto.
La recente scoperta di vasti depositi sabbiosi sotterranei nella regione di Utopia Planitia su Marte, effettuata dal rover Zhurong, ha riacceso l’interesse sulla possibilità che il Pianeta Rosso fosse un tempo caratterizzato dalla presenza di un imponente oceano. Questa ipotesi, che da decenni alimenta dibattiti e ricerche nel campo dell’astrobiologia e della geologia planetaria, trova ora ulteriori conferme grazie ai dati raccolti dal rover cinese durante la sua missione tra marzo 2021 e maggio 2022.

Il rover Zhurong ha percorso circa 1,9 chilometri attraversando una zona che potrebbe rappresentare ciò che resta di un’antica linea costiera marziana. Circa quattro miliardi di anni fa, quando Marte era dotato di una spessa atmosfera e godeva di un clima più temperato rispetto a quello attuale, queste aree potrebbero essere state bagnate dalle onde di grandi spiagge.
Le antiche spiagge di Marte
Le analisi condotte hanno rivelato la presenza sottoterra di uno strato spesso dai dieci ai trentacinque metri esteso per oltre un chilometro. La forma e la disposizione dello strato sabbioso, unitamente all’assenza d’interruzioni dovute a canali fluviali e alla bassa permeabilità del terreno, suggeriscono fortemente l’esistenza passata di grandi bacini acquiferi.
Gli studi radar hanno inoltre permesso agli scienziati americani e cinesi coinvolti nella ricerca – i cui risultati sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) – di determinare le dimensioni dei granelli presenti nei depositi sabbiosi. Questo dettaglio non è trascurabile: le dimensioni dei granelli differiscono da quelle tipiche delle dune marziane esplorate finora ma corrispondono sorprendentemente a quelle della sabbia presente sulle spiagge terrestri.

Michael Manga, professore presso l’università della California-Berkley ed esperto in scienze terrestri e planetarie, ha evidenziato come le strutture individuate da Zhurong non assomiglino né alle formazioni desertiche né ai crateri o ai flussi lavici tipici del paesaggio marziano. L’ipotesi più plausibile rimane quindi quella dell’esistenza passata dell’oceano.
Un elemento chiave a sostegno della teoria oceanica è dato dalla parallelità tra i depositi trovati da Zhurong e le antiche linee costiere: una similitudine con quanto avviene sul nostro pianeta dove le spiagge si formano dall’accumulo progressivo dei sedimenti portati dalle onde del mare.
L’esistenza passata dell’acqua liquida su Marte implica anche la possibile presenza di antichi fiumi ciò che avrebbero riversato nell’oceano i sedimenti necessari alla formazione delle spiagge marziane. Questo scenario apre interessanti prospettive nella ricerca delle origini della vita su Marte poiché zone vicine all’acqua rappresenterebbero gli ambienti più promettenti dove cercare tracce biologiche primitive.
Nonostante questi indizi convincenti, la questione dell’esistenza di un oceano su Marte rimane oggetto di dibattito all’interno della comunità scientifica internazionale. Alcuni scienziati manifestano dubbi riguardo al destino finale dell’acqua marziana e puntano il dito sui tratti morfologici delle presunte coste marziane che presentano caratteristiche molto diverse rispetto alle controparti terrestri, inclusi dislivelli elevati che non troviamo sul nostro pianeta, un fenomeno potenzialmente spiegabile con l’intensa attività vulcanica che ha caratterizzato il passato di Marte.