Vernon Jordan, addio all’attivista per i diritti amico di Obama e Clinton

Morto a 85 anni Vernon Jordan, addio all’attivista per i diritti civili che era amico di Barack Obama e Bill Clinton.

(Alex Wong/Getty Images)

Vernon Jordan, un leader per i diritti civili il cui pragmatismo e carisma gli hanno dato “accesso” anche alla Casa Bianca, è morto nelle scorse ore all’età di 85 anni. La sua morte è stata confermata da un rappresentante della sua famiglia. Da giovane avvocato, ha organizzato campagne per la parità dei diritti negli Usa e negli anni ’70 è stato a capo della National Urban League, che promuove l’istruzione e le opportunità economiche.

Leggi anche–> Barack Obama, la verità sulle sue origini: chi erano i suoi genitori

Fu vittima di un attentato nel 1980, quando venne ferito da un cecchino, mentre a partire da inizio anni Novanta la sua fu una figura che godette di un notevole rispetto. Dopo le elezioni del 1992, è stato presidente della squadra di transizione del presidente Clinton. Ha avuto ruoli come partner dello studio legale di Akin Gump Strauss Hauer & Feld e amministratore delegato di Lazard Frères & Co.

Leggi anche–> Perché Barack Obama ha vinto il Premio Nobel per la pace: le motivazioni

Se vuoi seguire tutte le notizie scelte dalla nostra redazione in tempo reale CLICCA QUI

Chi era Vernon Jordan, figura carismatica che lottava per i diritti civili

(Spencer Platt/Getty Images)

La sua è stata una figura che ha tracciato un solco importante: Jordan era pronto a rimproverare i presidenti quando non hanno soddisfatto le sue aspettative su questioni importanti per gli afroamericani. Era anche disposto a sopportare il disprezzo dei leader neri che pensavano che avrebbe dovuto essere più radicale. Tra le grandi amicizie della sua vita, impossibile non tenere conto di quella con un altro ex presidente Usa, Barack Obama. Impossibile non vedere un nesso tra le sue battaglie per i diritti a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e la storica elezione di Obama.

Vernon Jordan viene spesso considerato una figura “moderata” da altri leader per i diritti civili degli afroamericani. Mentre i leader neri più conflittuali hanno sottolineato quanto resta da fare per eliminare i pregiudizi razziali, lui ricordava quanti passi in avanti sono stati fatti negli anni ed evidenziava quello che accadeva durante la sua infanzia ad Atlanta. All’epoca, infatti, bere dalla stessa fontana d’acqua di una persona bianca sarebbe stato impensabile. Non solo: il leader nero è stato anche tra i primi a entrare nei consigli di amministrazione di grandi società, anche questo sicuramente un successo importantissimo. Nei primi anni Ottanta, l’abbraccio tra lui e George Wallace, l’ex governatore dell’Alabama e candidato alla presidenza degli Stati Uniti che si era fatto un nome sfruttando l’odio razziale, fece il giro del mondo e fu un grande contributo sulla via della pacificazione e della tutela dei diritti civili.

Impostazioni privacy