Negazionista Covid, scopre di essere positivo e muore il giorno dopo

Un negazionista Covid perde la vita a causa del virus. Lui aveva sempre negato l’esistenza della pandemia ma è una delle sue tante vittime.

negazionista Covid morto
Muore un negazionista Covid e proprio il giorno dopo avere scoperto di essere positivo Foto dal web

Un negazionista Covid è morto a causa del virus, e proprio all’indomani della scoperta di essere risultato positivo. Lui si chiamava Gary Matthews, aveva 46 anni e da quando la pandemia ha invaso il mondo intero si era sempre rifiutato di andare in giro con una mascherina a protezione di bocca e naso. Gary negava con forza che esistesse un virus capace di uccidere. Ma il 6 gennaio si è ammalato, mostrando i caratteristici sintomi della malattia.

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Dopo una settimana il negazionista Covid si è sottoposto a tampone, probabilmente perché nel frattempo avere vissuto una simile esperienza sulla propria pelle lo ha spinto a cambiare idea. Ma poi Matthews è morto da solo, nel suo appartamento di Shrewsbury, in Inghilterra, a sole 24 ore dalla accertata positività. Si trattava di un uomo che svolgeva regolarmente esercizio fisico ma che soffriva di una forma di asma. Certo è che non è da escludere neppure altro allo scopo di spiegare la morte dell’uomo. Infatti potrebbe trattarsi anche di suicidio, ma quel che è sicuro è che questo individuo aveva contratto la malattia. Sono oltre centomila i decessi legati alla pandemia, una cifra che avrebbe potuto essere anche abbondantemente inferiore se il Governo guidato da Boris Johnson avesse intrapreso misure più restringenti, stando a quanto comunicato dagli esperti. Il cugino del negazionista Covid morto spiega di averlo pregato più volte a rispettare le regole.

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Negazionista Covid, il cugino: “Si era lasciato plagiare”

Ma sia lui che i suoi amici volevano divertirsi ed erano intenzionati a svelare “le bugie del governo. Lui in realtà era alquanto timido, si è fatto trascinare da certe assurde tesi negazioniste sui social”. Il cugino della vittima riferisce anche che quest’ultima era molto preoccupata per i risvolti umanitari derivanti dal conflitto armato in Siria di qualche anno fa. “Alla fine è finita con lui che diffidava dei media e che ha aderito a certi gruppi dalle idee discutibili sui social. Compresi alcuni che negavano il cambiamento climatico. Si era formato certe idee e non c’era verso di farlo rinsavire, da questo punto di vista.

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Lui diceva a me che i media mi avevano fatto il lavaggio del cervello. Ma per il resto era una persona amabile”. Ad oggi si stima che ci siano circa 37mila persone in tutta la Gran Bretagna ricoverate in ospedale a causa della pandemia. E proprio da quelle parti è sorta anche la cosiddetta variante inglese del virus. Le autorità sanitarie locali hanno sottolineato l’importanza delle mascherine, del distanziamento fisico e della necessità di evitare gli assembramenti. Misure che non servono soltanto a proteggere noi stessi ma anche i nostri cari.

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