Vaccino Covid, ritardi in Lombardia: la Lega minaccia lo sfratto a Gallera

La Lega minaccia di cacciare l’assessore al Welfare dopo le dichiarazioni di Gallera sui ritardi nella vaccinazione in Lombardia.

Dopo l’arrivo delle prime dosi di vaccino Pfizer in Italia, la campagna di vaccinazione è cominciata su tutto il territorio nazionale. A far discutere nei giorni scorsi sono stati i ritardi nella vaccinazione dei medici lombardi. La Regione, la più colpita dalla pandemia nel 2020, è in ritardo rispetto al resto d’Italia e la giustificazione adotta dall’Assessore al Welfare Giulio Gallera ha generato una bufera politica e mediatica.

Gallera, infatti, si è giustificato dicendo: “Trovo agghiacciante la classifica di chi finora ha vaccinato più persone, i conti facciamoli tra 15 o 20 giorni. Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa. Ma staremo nei tempi previsti”. Frasi che hanno generato la dura reazione dell’opposizione, ma che hanno anche fatto infuriare diversi membri della Lega, i quali ritengono inappropriate ed inammissibili le giustificazioni dell’assessore.

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Vaccino Covid, la Lega attacca Gallera per i ritardi in Lombardia

Molto duro nei confronti dell’assessore è stato lo stesso partito di Salvini, che nel pomeriggio di ieri ha comunicato: “Le dichiarazioni dell’assessore non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia. Ma non possono comunque essere strumentalizzate dal governo per accusarci di ritardi nella campagna vaccinale“. In serata il capogruppo della Lega nella Regione ha rincarato la dose: “Non sta né in cielo né in terra la scusante dei medici in ferie. Non possiamo ritardare le vaccinazioni con una giustificazione simile”.

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Nella giornata di oggi dovrebbero giungere altre 88.920 dosi di vaccino e si dovrebbero garantire 11 mila vaccinazioni al giorno da qui a fine mese. Se questi ritmi dovessero essere confermati, la prima tornata di vaccinazioni dovrebbe essere conclusa entro l’inizio di febbraio. Intanto l’andamento della curva epidemiologica sembra stabile (altri 1700 nuovi casi), mentre il numero dei decessi rispetto al giorno prima si è dimezzato (38 morti).

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