Le Iene, l’immunologa Antonella Viola furiosa per il servizio sul plasma iperimmune

L’immunologa Antonella Viola si è scagliata contro Le Iene per il servizio sul plasma iperimmune mandato in onda durante la puntata di ieri.

Ieri martedì 17 novembre è andato in onda un servizio de Le Iene Show sul plasma iperimmune che non è piaciuto affatto all’immunologa Antonella Viola, che si è scagliata contro il programma di Italia 1 con parole molto dure.

L’immunologa contro Le Iene: “Servizio pericoloso”

Il servizio de Le Iene, mandato in onda durante la puntata di ieri, ha mostrato gli ospedali che stanno al momento usando il plasma iperimmune, facendo un’indagine sui medici che attualmente lo stanno usando nella cura dei pazienti e cercando di indagare sull’efficacia di questa terapia.

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Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova ha oggi duramente attaccato il programma condotto da Nicola Savino Alessia Marcuzzi: “Hanno mostrato ospedali in cui lo stanno usando, hanno chiesto ai medici se ci sono stati morti e hanno chiesto ai pazienti guariti se la terapia ha funzionato. In una manciata di minuti hanno distrutto il metodo scientifico”.

Come ha ricordato la dottoresa Viola, l’utilizzo del plasma iperimmune, che si ottiene tramite il sangue dei pazienti guariti ed è una tecnica in uso ormai da un secolo. Ma in realtà non vi sono ancora abbastanza studi scientifici che comprovino l’effettiva efficacia delle terapie che utilizzano il plasma iperimmune.

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Per questo motivo, l’immunologa ha espresso parole molto dure sul servizio de Le Iene, giudicato pericoloso: “Un servizio come quello trasmesso da Le Iene è quindi molto pericoloso: prima di tutto mina le basi della ricerca scientifica basata sulle prove. Poi, genera aspettative e dubbi nella popolazione, che, come succedeva con Di Bella o con Stamina, vuole essere curata col plasma iperimmune e non capisce quindi perché molti ospedali non lo utilizzino. E da qui rabbia o panico.

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La raccomandazione ai pazienti e ai loro familiari è di non cadere in queste trappole che hanno come unico scopo quello di fare audience e polemica. Non c’è alcun motivo per cui io o altri colleghi dovremmo negare una cura se efficace. Per quanto mi riguarda, non sono mai stata pagata da un’industria farmaceutica. Non ho rapporti di alcun genere con i produttori di farmaci o vaccini o anticorpi monoclonali”.

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