Vittorio Sgarbi attacca il governo: “Stato d’emergenza? Follia”

Dopo la proroga dello stato d’emergenza sino al 31 gennaio 2021, Vittorio Sgarbi ha fatto sentire il proprio dissenso.

Ieri in Italia è stato registrato un numero record di tamponi (oltre 125 mila) ed un nuovo record di contagi dalla fine del lockdown. Sono infatti 3,677 i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore, uno solo in meno dei 3,678 registrati lo scorso 16 aprile. La curva dei contagi dunque è tornata a salire in maniera decisa, motivo per cui ieri il premier Conte ha rilasciato delle dichiarazioni in cui chiede agli italiani di essere prudenti. Ci saranno delle nuove restrizioni che implicano l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Viene chiesto inoltre di essere cauti durante i raduni in casa: mantenere le distanze e indossare la mascherina se si è in presenza di anziani.

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I dati ci dicono che sono aumentati anche i decessi, passati a 31 in un solo giorno. Ma anche le terapie intensive (337 contro le 319 del giorno prima) e gli ospedalizzati in altri reparti (giunti a quota 3,782). Mentre sono circa 62,000 le persone in isolamento fiduciario casalingo. Il riscontro di questi dati è ciò che ha convinto il governo a prorogare lo stato d’emergenza sino al 31 gennaio del prossimo anno.

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Vittorio Sgarbi in disaccordo con il prolungamento dello stato d’emergenza

C’è anche chi non ritiene necessaria la proroga dello stato d’emergenza. Tra questi c’è sicuramente Vittorio Sgarbi, il quale ritiene questa decisione una follia. Il politico non nega che bisogna fare attenzione al virus, ma pensa che la comunicazione fatta dal governo generi solamente allarme sociale: “Ho parlato con il premier albanese, l’Albania è come una regione italiana, hanno misure infinitamente più tolleranti e il giusto richiamo alla prudenza ma senza creare allarme sociale. Noi abbiamo creato allarme sociale. Siamo l’unico Paese europeo ancora in stato di emergenza”.

Il critico d’arte, in un’intervista concessa a ‘Leggo‘, spiega inoltre: “Nessuno sottolinea che questa solitudine non è la misura di un modello italiano particolarmente efficace, perché non ha funzionato meglio di quello svedese, ma di una follia. Io mi interrogo su una questione: noi siamo, di fatto, fuori dall’Europa. O dovremmo pensare che tedeschi, spagnoli e tutti gli altri che sono usciti dall’emergenza tra maggio e giugno, siano dei pazzi”.

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